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L'OSPITEEleggiamo i giovani ad aprile

03.03.19 - 11:42
Gianpiero Jacop, Giudice di Pace uscente del circolo della Verzasca
Keystone
Eleggiamo i giovani ad aprile
Gianpiero Jacop, Giudice di Pace uscente del circolo della Verzasca

Ci stiamo avvicinando alle elezioni Cantonali di aprile e dopo un quadriennio deludente e per niente incisivo per la vita dei Ticinesi, ci troveremo passato questo periodo di santini, aperitivi e comizi, con un Consiglio di Stato uguale al precedente e un Gran Consiglio simile.

Sto seguendo la campagna in modo più attento del solito, e purtroppo anche questa ribadisce la bassa qualità del quadriennio che ci lasciamo alle spalle, e definirlo scialbo credo riassume bene quanto sentiamo alla Tv e leggiamo sui giornali. Oltre che far riferimento agli scivoloni di un po’ tutti e gli atteggiamenti poco eleganti degli uscenti, dove tutti si difendono e non uno ha l’eleganza del mea culpa nei confronti dei Ticinesi.

Mi piace la politica e la seguo da sempre, e mi ricordo ancora della difficoltà che avevo avuto ad inizi anni ’90 quando scegliere per chi votare e l’emozione di poter dire la mia, mi aveva spinto all’interno del seggio e avevo “crociato”, partito, e candidati…. Erano tempi differenti dove le personalità spiccavano, il Ticino cresceva e progettava, dove si faceva politica.

Quello che trovo strano in questo periodo elettorale è che nessuno, diciamo pochi, sono quelli che vogliono cambiamento e propongano nuove strade. Credo che la stranezza di questa campagna è che i giovani quelli tra i 18 e i 30 anni non facciano sentire sufficientemente la propria voce. L’impressione è che il sistema dei partiti dove si da uno spazio all’interno delle liste ad alcuni, più come immagine di ringiovanimento, o alla Tv, radio e sui giornali dove si accolgano ma con un certo paternalismo e non con il dovuto rispetto, disinteressi più di uno a far sentire la propria voce.

Sono sempre più convinto che la nostra società abbia più bisogno della voce di questi fascia di ragazzi e ragazze, che a differenza degli anni ’90, quelli che allora erano della mia generazione, sono molto più pertinenti, formati, sensibili e attuali al mondo che cambia velocemente. Purtroppo però il sistema politico non si è adattato al cambiamento generazionale che di fatto è molto più rapido, più social, digitale e che
comunica in altri modi differenti dal sistema che viviamo e che ha bisogno ora di altre risposte.

La politica e i partiti devono però avere il coraggio di cambiare e dare un vero spazio ai giovani, perché si riavvicinino alla cosa pubblica, perché si sentano parte di questa società e che li si invogli a partecipare al dibattito dandogli il giusto spazio che meritano. Come pure i media tradizionali che li consideri come dei veri partner della società, non solo dei riempitivi alle emissioni o dei contorni ai candidati uscenti.

La politica deve avere il coraggio di cambiare e proporre qualcosa di nuovo, di coraggioso e dare ai giovani l’opportunità di esprimersi non perché loro ne hanno bisogno ma perché noi abbiamo bisogno di loro.

Sarebbe auspicabile un cambiamento nel sistema elettorale e di avere delle “quote giovani garantite”, dove per esempio il 10% dei Gran Consiglieri siano eletti su una lista civica separata e che abbiano meno di 25 anni; come pure le liste partitiche garantiscano l’elezione preferenziale al miglior giovane, come già alcuni fanno con la preferenzialità dell’elezione suddivisa per distretti.

Io mi auguro che qualcosa cambi e ai giovani venga dato lo spazio giusto che meritano anche nella politica senza che debbano rivivere una rivoluzione stile ’68, oppure gilet jaune per far sentire la propria voce.
Dobbiamo essere noi a dargli l’opportunità come cittadini che vengano eletti plebiscitandoli con il nostro voto; necessitano però che abbiano la possibilità di esprimere le loro idee, di fare le loro proposte, e di proporre la loro visione della società e del Ticino di oggi e domani.

Ad aprile io voterò per i giovani perché credo possano dare delle nuove risposte ai bisogni dei ticinesi e invito tutti quelli che hanno difficoltà nello rispecchiarsi nella politica attuale a privilegiare questi importanti attori della nostra società, perché diventino protagonisti e non rimangano comparse all’interno delle liste di partito.

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