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OSPITEIl mantra del "non problema"

19.02.19 - 22:05
Lorenzo Quadri, consigliere nazionale Lega dei Ticinesi
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Il mantra del "non problema"
Lorenzo Quadri, consigliere nazionale Lega dei Ticinesi

Come c’era da attendersi, il Gran Consiglio ha respinto a larga maggioranza la petizione del Guastafeste Giorgio Ghiringhelli che chiede di vietare su suolo pubblico le preghiere contenenti messaggi d’odio e di discriminazione nei confronti di fedeli di altri religioni. Ovvero le preghiere islamiche, essendo le uniche che adempiono a tali requisiti. La proposta è stata di fatto appoggiata solo da Lega ed Udc.

Com’era scontato, il solito triciclo PLR-PPD-PS si nasconde dietro il mantra del "non problema". Traduzione: prima aspettiamo che i buoi siano fuori dalla stalla; poi magari - con calma, neh - valuteremo se non potrebbe essere il caso di fare qualcosa. 
La continua litania del “non problema”, recitata dagli esponenti dei partiti cosiddetti storici per reggersi la coda l’uno con l’altro, è diventata inascoltabile. Sicché l'avanzata dell'estremismo islamico alle nostre latitudini sarebbe un "non problema”. E quali sarebbero allora i veri problemi? Forse i rimborsi delle spese telefoniche dei Consiglieri di Stato?
Evidentemente qualcuno non ha capito che, a furia di mettersi le fettone di salame sugli occhi davanti a questi "non problemi", tra un po' ci ritroveremo con la sharia in casa. E potremo salutare i nostri diritti fondamentali.

Del resto i giudici stranieri della CEDU (Corte europea dei diritti dell’uomo), tanto apprezzati dai citati partiti storici, puntano con decisione all’importazione della sharia in Europa; e dire che solo nel 2003 l’avevano giudicata “incompatibile con i diritti umani”. I tempi cambiano ed anche i giudici, è evidente, invece di emettere sentenze fanno politica multikulti.
Comunque, se il Ghiro, come annunciato, lancerà un'iniziativa popolare contro le preghiere che incitano all'odio su suolo pubblico, il Mago Otelma prevede che la partitocrazia verrà ancora una volta asfaltata. Perché il popolo plebisciterà il divieto, allo stesso modo in cui ha plebiscitato la norma costituzionale antiburqa (altro notorio “non problema”).
Il tema merita comunque di essere sollevato anche a livello federale. Il consigliere nazionale Udc Andreas Glarner, con buona probabilità, non sarà l’unico a muoversi in questo senso.

Curioso anche il comportamento degli “indipendentissimi” media ticinesi. La petizione di Ghiringhelli è stata ampiamente snobbata, come accade con bella regolarità con i temi scomodi (non sia mai che essi rubino spazio prezioso alla campagna elettorale degli amici del partito giusto).

Nel resto della Svizzera, e anche al di fuori dalla Svizzera, le cose sono andate diversamente. Un qualche motivo ci sarà.

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