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L'OSPITEIniziativa dei giovani Verdi: chi sarebbero i demagoghi?

04.02.19 - 21:33
Marco Noi, Verdi del Ticino
Ti-Press
Iniziativa dei giovani Verdi: chi sarebbero i demagoghi?
Marco Noi, Verdi del Ticino

In queste ultime settimane i partiti di governo cantonticinesi si sono mobilitati in forza attraverso il loro Consiglieri Nazionali, i vari Merlini, Cattaneo, Regazzi e Quadri per osteggiare l’iniziativa contro la dispersione degli insediamenti. Gli oppositori accusano di demagogia i giovani Verdi e chi li sostiene.

Innanzitutto si vuole far credere che non vi sia un problema di scarsità e pressione sui terreni agricoli affermando che il 12.9% della superficie cantonale sono terreni agricoli e solo il 5.6% sono superfici insediative. Questa informazione è fuorviante, poiché la maggior parte di tali terreni agricoli è costituita da pascoli perlopiù in pendenza. Se osserviamo invece i terreni di fondovalle (quelli più pregiati perché fertili e pianeggianti) le percentuali sono ben differenti. Il 29% delle superfici di fondovalle sono coperte da insediamenti e solo il 17% sono superfici agricole. La realtà delle cose è che in Ticino il terreno agricolo adatto per la campicoltura è molto scarso. Basti sapere che per ogni svizzero vi sono mediamente ca. 1900 m2 di terreno agricolo, mentre per ogni ticinese sono 1000 m2 se si considerano anche i pascoli e soli 250 m2 nei fondivalle! Se in Svizzera dipendiamo per il 50% dalla produzione alimentare estera, possiamo immaginare quale sia il tasso di autoapprovvigionamento in Ticino. Perché pensate che i contadini in Ticino lottano per ogni m2 di terreno agricolo?

In secondo luogo viene detto che la legge federale sulla pianificazione del territorio (LPT), rivista nel 2013 per tutelare meglio i terreni coltivi, basta ampiamente per tutelare il terreno agricolo. Gli oppositori però si guardano bene dal dire che proprio la Commissione della gestione del Nazionale (CdG-N), nel novembre del 2015, quindi un anno e mezzo dopo la revisione della LPT, ne ha denunciato la debolezza e lo scarso controllo esercitato dalla Confederazione per la tutela del terreno agricolo (https://www.admin.ch/opc/it/federal-gazette/2016/3115.pdf). La LPT ha certamente portato una diminuzione nella velocità di erosione dei terreni agricoli, ma non la fermerà, poiché gli interessi dell’economia, come la Commissione del Nazionale ben osserva, continueranno ad avere la priorità.

In terzo luogo viene detto che l’iniziativa vanificherebbe il lavoro intrapreso nel 2013 con la revisione della LPT, poiché bloccherebbe i dezonamenti previsti. Anche questo è una vera e propria menzogna (si legga bene il testo dell’iniziativa). L’iniziativa non impedisce infatti che i terreni edificabili possano diminuire, bensì impedisce solamente che possano aumentare a scapito dei terreni agricoli. Se terreni edificabili vengono restituiti all’agricoltura, i Verdi certamente non piangono, ma non lo richiedono per forza. Ciò che gli oppositori non dicono è che è proprio la revisione della LPT a causare grossi problemi prevedendo ingenti dezonamenti forzati (migliaia di ettari in tutta la Svizzera!). Pensate a tutti i proprietari terrieri che si vedrebbero dezonati i propri terreni perché eccedenti il fabbisogno sui 15 anni. Riecheggiano ancora le parole di Cattaneo & co. sul diritto alla proprietà, sul dirigismo e l’antifederalismo … Chi pensate pagherà tali dezonamenti? L’iniziativa ha almeno il vantaggio che il dezonamento può essere finanziato con il plusvalore del corrispettivo azonamento e degli innalzamenti degli indici di sfruttamento.

In quarto luogo che gli agricoltori non possano più fare niente è pure falso. Chi pratica un’agricoltura ecologica e sostenibile (quella dipendente dal suolo) potrà edificare le proprie strutture. Sono i nuovi insediamenti agricoli non dipendenti dal suolo, quelli a carattere industriale e non sostenibile, che vengono impediti dall’iniziativa. Questa non è rigidità. È rigore. Se la Costituzione persegue il criterio di sostenibilità (art 73), non ci si può permettere di chiederlo alle industrie, alle aziende, ai cittadini e non all’agricoltura.

Certo. Tutte queste cose gli oppositori non le vedono. Vedono solo ciò che a loro fa comodo. Essi sono gli stessi che qualche settimana fa hanno affossato la revisione della legge sul CO2, perché a lor dire l’economia deve avere la precedenza. I Verdi non nascondono che per la nostra economia si prospettano sfide impegnative e complesse. Ma se non le affrontiamo ora, staremo tranquilli sapendo che le rifiliamo ai nostri figli, con ancora meno margine di manovra di quello che abbiamo noi ora per risolverle?

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