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CANTONEPrepariamoci a respingere un nuovo furto fiscale

25.01.19 - 17:00
Unione sindacale svizzera – Ticino e Moesa
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Prepariamoci a respingere un nuovo furto fiscale
Unione sindacale svizzera – Ticino e Moesa

La settimana scorsa sono state consegnate le firme del referendum contro la RFFA (legge sulla riforma fiscale federale e il finanziamento dell’AVS). Con la RFFA si ripropone la logica ricattatoria seguente: stanziare fondi per un’assicurazione sociale fondamentale per la popolazione come l’AVS in cambio di sgravi fiscali miliardari a grandi imprese che realizzano enormi profitti. Di fatto, Governo e Parlamento hanno così adottato i principali meccanismi rifiutati in votazione popolare due anni fa quando il 59% dei votanti disse No alla Riforma 3 dell’imposizione delle imprese.

Si stima che la RFFA farebbe svanire oltre 4 miliardi dalle casse pubbliche. Ma la fattura potrebbe essere molto più salata, infatti non dimentichiamo che nel 2008 quando si trattò di far passare in votazione la Riforma 2 dell’imposizione delle imprese, il Consiglio federale parlava di un ammanco di 850 milioni, poi rivelatasi in realtà una voragine di circa 7 miliardi. A farne le spese, in questi casi, sono sempre i soliti: tagli ai più bisognosi e tagli al servizio pubblico.

La RFFA sostituisce gli statuti fiscali speciali di cui approfittano diverse multinazionali, una situazione non più tollerata a livello internazionale, con nuove scappatoie che permettono alle grandi aziende di beneficiare di esenzioni fiscali sui profitti ottenuti. Si eliminano vecchi privilegi creando nuovi privilegi.

A livello cantonale si prospetta poi la riduzione dell’aliquota sugli utili dal 9% al 6% per le persone giuridiche, con conseguenti perdite di circa 70 milioni. La storia passata e recente della fiscalità cantonale ci insegna che il lusso di pochi corrisponde alla povertà di molti. In Ticino dove si applicano “risanamenti finanziari” e riforme fiscali a senso unico da anni, sono parallelamente esplosi i dati che riguardano la diffusione del rischio di povertà, il numero di persone in assistenza e dei lavoratori poveri. Il prossimo 19 maggio voteremo dunque contro una politica che alimenta le disuguaglianze sociali.

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