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L'OSPITEDiciamo «stop alla cementificazione»

21.01.19 - 15:30
Nicola Schoenenberger, co-coordinatore I Verdi del Ticino e candidato al Consiglio di Stato
Diciamo «stop alla cementificazione»
Nicola Schoenenberger, co-coordinatore I Verdi del Ticino e candidato al Consiglio di Stato

Noi tutti subiamo le conseguenze negative del boom delle costruzioni - sempre più disperse sul territorio - avvenuto negli ultimi 50 anni. La distanza fra il luogo dove abitiamo e quello dove lavoriamo o passiamo il tempo libero si allunga sempre di più e con essa aumenta il traffico, lo stress e l’inquinamento. Ogni persona in Svizzera lascia sul territorio un’impronta di 400 m2 edificati. In poco più di venti anni gli insediamenti sono aumentati del 25%. L’edificazione disordinata imbruttisce il paesaggio, erodendo una base strategica per il turismo, diminuendo la qualità di vita degli abitanti e sottraendo all’agricoltura la sua risorsa più preziosa: il suolo. La frammentazione del paesaggio, inoltre, mette ulteriormente in crisi la biodiversità, già fortemente compromessa dalla distruzione degli habitat e dall’inquinamento.

L’attuale legge sulla pianificazione del territorio (LPT), votata dal popolo svizzero nel 2013, prevede che le zone edificabili soddisfino il fabbisogno per i prossimi 15 anni e, una volta esaurito, permette nuovi azzonamenti. Il meccanismo che ha portato alla selvaggia dispersione degli insediamenti e all’effervescente speculazione edilizia è così mantenuto: più si costruisce, più si creano nuove zone edificabili. D’altro canto la LPT prevede anche la riduzione delle zone edificabili sovradimensionate e fornisce un meccanismo per finanziare gli indennizzi ai proprietari per eventuali dezonamenti, prelevando un’aliquota sul plusvalore generato da azzonamenti nuovi. Con la riserva attuale di circa 400 km2 di terreno edificabile in Svizzera, superiore alla superficie totale del Canton Sciaffusa, l’equazione purtroppo non regge. Le casse non saranno mai abbastanza piene per indennizzare i proprietari penalizzati da un dezonamento. A causa della paura di non potere finanziare gli indennizzi ai proprietari, attualmente, infatti, non si dezonano le superfici edificabili in esubero o poco sensate. Le famose palazzine progettate nel pittoresco nucleo protetto di Gandria, più volte sconfessate dai tribunali, la zona edificata sovradimensionata del villaggio di Brè sopra Lugano e il timore da parte dell’ente pubblico di dezonare quei terreni illustrano bene la problematica.

L’Iniziativa contro la dispersione degli insediamenti, in votazione il prossimo 10 febbraio, pone rimedio alle debolezze della legge attuale, iscrivendo nella Costituzione Federale il principio di non espandere ulteriormente le zone edificabili.

Nuovi azzonamenti verrebbero compensati con dezonamenti in un altro luogo, il che fermerebbe in maniera efficace la dispersione degli insediamenti. L’iniziativa chiede inoltre di limitare le costruzioni al di fuori delle zone edificabili agli edifici agricoli e a ubicazione vincolata, di migliorare le condizioni quadro a favore dei quartieri sostenibili e permetterebbe moderate sopraelevazioni degli edifici nelle aree urbane in ottica di densificazione.

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