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L'OSPITEUna pugnalata alle spalle per malati cronici e anziani

20.01.19 - 10:12
Dr.med. Pereira Mestre Ricardo, spec. Medicina interna e oncologia, Candidato PLR al Gran Consiglio
Una pugnalata alle spalle per malati cronici e anziani
Dr.med. Pereira Mestre Ricardo, spec. Medicina interna e oncologia, Candidato PLR al Gran Consiglio

Dopo il Nazionale ora anche la Commissione della sicurezza sociale del Consiglio degli Stati propone l’aumento della franchigia minima da 300 a 350 CHF. Una misura motivata dall’aumento dei costi della salute e dalla necessità di far partecipare di più i pazienti ai costi delle cure.

Personalmente, come medico e politico, vedo questa scelta come una vera pugnalata alle spalle di malati cronici e anziani che generalmente ricorrono maggiormente alle cure mediche, sia ambulatoriali che stazionarie, perché malati.

Questa è una popolazione fragile che paga già un sostanzioso premio di cassa malattia, che ogni anno aumenta in particolare sulle basse franchigie, scelte obbligate dato il fabbisogno di cure.

Dopo il colpo duro della solo parziale copertura dei costi di soccorso pre-ospedaliero, del contributo giornaliero di degenza richiesto al paziente in reparto di cure post-acute in vigore da anni (50 CHF al giorno per CAT e 30 CHF per RAMI), dell’aumento costante dei premi di anno in anno, della non copertura in LAMal di un crescente numero di farmaci (senza alcuna trasparenza verso il paziente), si aggiunge così un ulteriore peggioramento della condizione economica dei malati che devono ricorrere al nostro sistema sanitario.

Si crea così un ulteriore ingiustizia sociale, non basata sul reddito né sull’abuso di consultazioni mediche, ma sulla condizione di malato cronico. Da anni ormai non vediamo a livello Federale né Cantonale una scelta contro le casse malattia ma ricorrono sempre di più misure di risparmio e di economia di scala che colpiscono le fasce più fragili della popolazione. Questo non è il senso di una politica virtuosa!

L’effetto dell’aumento dei costi pro-capite per il premio della cassa malattia ha comportato che molti aumentassero la franchigia, evitando spesso le consultazioni mediche e rischiando di trascinare malattie prevenibili e curabili se trattate con anticipo e questo è un altro esempio di ingiustizia sociale che spinge chi è in difficoltà economiche a mettere in secondo piano la salute.

La politica deve agire e la cassa malati unica probabilmente non era la soluzione al problema, come neppure l’aumento dei sussidi di cassa malati se non accompagnati da altre misure che intervengano anche sulla classe media, malata, che oggi rappresenta la quota di popolazione maggiore. Solo una revisione globale di tutto il sistema assicurativo e una maggior trasparenza da parte delle casse malattia e degli operatori sanitari con servizi che garantiscano un trattamento equo ed eguale accesso alle cure ad ogni cittadino potrebbe risolvere questo complesso problema.

Perché curarsi deve restare un diritto ed una scelta individuale e non deve in nessun modo essere influenzata dallo Stato o dalle casse malattia.

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