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L'OSPITEAccordo un Cassis, l’Italia ci prende per il naso da troppi anni

16.01.19 - 21:00
Massimiliano Robbiani, Deputato in Gran Consiglio per la Lega dei Ticinesi
tipress
Accordo un Cassis, l’Italia ci prende per il naso da troppi anni
Massimiliano Robbiani, Deputato in Gran Consiglio per la Lega dei Ticinesi

Cari Ticinesi, o il nostro Ministro degli esteri Cassis crede ancora alle favole o ci prende per il naso anche lui. Il Consigliere federale Cassis ha dichiarato che la Svizzera è pronta a siglare l’accordo sui frontalieri, così da porre rimedio una volta per tutte all’obsoleto e svantaggioso contratto firmato nel 1974.

Ciò che il Ministro si è scordato di dire è che la Svizzera è pronta a firmarlo da 4 anni, chi invece non è pronto e probabilmente mai lo sarà sono la controparte italiana, che non ha nessun interesse a sottoscrivere questo accordo che penalizzerebbe i suoi cittadini che lavorano in Ticino. Le infinite promesse dei ministri italiani che garantiscono a breve un accordo sono ormai un ritornello nemmeno più divertente, ripetuto sistematicamente per tenerci buoni ed evitare che la pressione dei ticinesi induca il Consiglio di Stato a bloccare i ristorni.

Questo lo aveva ben capito l’ex Consigliera federale poco rimpianta Widmer Schlumpf, alla quale ben poco interessava del Ticino, ed anch’ella per smorzare i nostri animi faceva il verso e ripeteva le promesse italiche. Il Ministro degli esteri PLR Cassis sta facendo la medesima cosa, a ripetizione di quanto accaduto in passato, promettendo la firma di un accordo che in realtà non sarà mai sottoscritto dal governo italiano. Che il Consigliere federale ticinese sia così boccalone è difficile da credere, la versione che più appare verosimile è la seguente: dell’interesse dei Ticinesi a nessuno interessa un piffero e per evitare che il Ticino voti il blocco dei ristorni, dando ragione all’odiata Lega che da anni si batte per questo, il Ministro PLR paventa un imminente conclusione degli accordi tanto basta per tenere buoni i fessi ticinesotti.

Caro Ministro, questa volta non ci caschiamo più, la strategia è trita e ritrita: scemo sì, scemo-scemo no!

 

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