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L'OSPITEScandali, ritrovare il sereno

18.12.18 - 08:25
Sebastiano Gaffuri, sindaco di Breggia e candidato PLR al Consiglio di Stato
Scandali, ritrovare il sereno
Sebastiano Gaffuri, sindaco di Breggia e candidato PLR al Consiglio di Stato

Quando parliamo o pensiamo alla politica ticinese la mente di una parte dei ticinesi corre anche agli scandali (o presunti tali) che l’hanno contraddistinta nel corso degli anni e che proprio in questo periodo sembrano non finiscano mai di dettare l’agenda di Governo e Parlamento.

Avverto, personalmente, un calo della fiducia di cui godono le istituzioni cantonali ai giorni nostri. Se da un lato, l’enorme quantità di informazioni date in pasto ai ticinesi ha sicuramente favorito questo atteggiamento, dall’altro non possiamo certo nascondere una spiccata attitudine della politica e dei suoi esponenti ad alimentare questo scetticismo. Penso, e spero di non essere l’unico, che maggiore rigore, serietà e magari anche un po’ di discrezione costituirebbero un buon inizio per ricucire lo strappo tra la popolazione e le istituzioni. Queste ultime da sempre si alimentano e riflettono anche l’atteggiamento dei propri componenti, cioè noi tutti, la popolazione e in particolar modo quella parte che sceglie di fare politica attivamente.

Chi ha il compito di legiferare o governare deve essere consapevole di incarnare lo Stato. E qui i miei ricordi raggiungono quelle personalità che hanno costruito il Ticino che conosciamo e che hanno sicuramente goduto di maggiore stima e fiducia di quanta ne godano i politici d’oggi. Gli statisti. Se penso alla Confederazione e alle sue istituzioni, Consiglio federale in primis, l’impressione è quella di una buona fiducia nei loro confronti da parte della popolazione svizzera. Lo è soprattutto grazie ad una lunga tradizione di governo, fatta di rigore, serietà, discrezione, estremo rispetto per il principio della collegialità ed elevata attenzione alla comunicazione pubblica. Sono dettagli, forse impercettibili, ma che permettono di mantenere coesa una Nazione dove convivono cittadini di differenti lingue e religioni. Fatto quasi eccezionale se comparato a Stati più o meno lontani da noi, dove da anni si consumano guerre di stampo etnico e religioso.

Per tornare alla realtà ticinese è forse giunta l’ora di ritornare a Governare in sintonia con la migliore tradizione elvetica. Con una comunicazione obiettiva e rispettosa della collegialità che eviti l’interpretazione delle informazioni. Con veri strumenti che impediscano l’uso delle informazioni ad hoc, per alimentare o creare disagi che non giovano ad un clima politico che, ora, merita di ritrovare il sereno.

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