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La camera di commercio dice "no" all'autodeterminazione

L'OSPITELa camera di commercio dice "no" all'autodeterminazione

23.10.18 - 11:10
Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Canton Ticino
Keystone
La camera di commercio dice "no" all'autodeterminazione
Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Canton Ticino

BELLINZONA - In vista della votazione federale del 25 novembre 2018, la Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Canton Ticino (Cc-Ti) raccomanda di votare "no" all’Iniziativa per l’autodeterminazione.

«No all’isolamento della Svizzera». Con questa chiara affermazione il comitato interpartitico contrario all’iniziativa si è presentato lo scorso 15 ottobre, tra i suoi membri, anche Glauco Martinetti, Presidente della Cc-Ti. In quanto associazione mantello dell’economia, la Cc-Ti non può che schierarsi contro questa« pericolosa iniziativa» che rischia di danneggiare fortemente tutta l’economia svizzera e attira l’attenzione sulle implicazioni che potrebbe avere una sua implementazione.

La Svizzera è una paese piccolo, con un mercato interno altrettanto piccolo e velocemente saturo, non bisogna quindi dimenticare che la nostra prosperità dipende in gran parte dalle esportazioni, un dato su tutti: l’economia elvetica guadagna quasi due franchi su cinque all’estero. Le imprese esportatrici possono contare su ben 600 accordi commerciali stipulati tra la Svizzera e il resto del mondo. L’Iniziativa in questione metterebbe quindi a rischio questi accordi, tra cui alcuni particolarmente importanti nell’ambito del commercio internazionale, degli investimenti o della proprietà intellettuale.

Accettando l’Iniziativa si andrebbe ad indebolire la posizione della Svizzera in quanto partner affidabile e questo provocherebbe un isolamento a livello mondiale. Per una nazione esportatrice come la nostra, la cui buona interconnessione sul piano internazionale e un accesso garantito ai mercati esteri sono fondamentali, ciò sarebbe disastroso.

Perché quindi mettere a rischio l’intera economia svizzera, le nostre aziende e di conseguenza i nostri posti di lavoro?

Infine va ricordato che la nostra autodeterminazione esiste già oggi. Siamo infatti liberi di sottoscrivere gli accordi che vogliamo e di non sottoscrivere quelli che non vogliamo, in piena autonomia, come abbiamo sempre fatto. Non mettiamo quindi in pericolo una formula vincente!

Per questi motivi, la Cc-Ti raccomanda fermamente di respingere l’Iniziativa per l’autodeterminazione in votazione il prossimo 25 novembre.

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