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L'OSPITEScuola, cosa cambia e cosa non cambia?

13.09.18 - 11:00
Massimo Mantovani, sindacalista VPOD Ticino
TiPress
Scuola, cosa cambia e cosa non cambia?
Massimo Mantovani, sindacalista VPOD Ticino

Cominciamo col dire che la sperimentazione per la Scuola che verrà è stata largamente condivisa: il Parlamento in marzo ha votato con 51 sì, 19 no, 5 astenuti il rapporto di maggioranza firmato da PLR, PPD, PS e Verdi della Commissione scolastica. Grazie al progetto si sperimenteranno in sette sedi (quattro di scuola media e tre di scuola comunale) alcuni metodi innovativi, attualmente applicati in misura assai limitata nella scuola ticinese, ma pure sempre noti: classi ad effettivi dimezzati, insegnamento da parte di due docenti in una classe, maggiore sostegno pedagogico.

Quindi nessuna rivoluzione, ma semmai un’estensione di metodi che consentono una migliore attenzione ai bisogni dell’allievo. Grazie a questo investimento vengono inoltre soppressi nelle quattro sedi di scuola media i livelli in matematica e tedesco esistenti dalla terza media. Sarebbe veramente peccato se questa sperimentazione, che aiuta gli allievi a migliorare il loro rendimento scolastico, venisse bocciata per i motivi ideologici di una destra estrema, che vuole separare gli allievi bravi da quelli meno bravi dopo la scuola media e cancellare lo spirito della scuola media.

Va poi sottolineato che solamente in un secondo tempo, in presenza di un rapporto di esperti indipendenti e di un messaggio del Governo, il Parlamento decideranno se, e in quale misura, generalizzare la riforma sperimentata con le modifiche necessarie delle leggi sulla scuola. E a quel momento si potrà ancora fare un referendum.

Come Sindacato VPOD avevamo raccolto le firme per due iniziative popolari volte alla riduzione a 20 del numero massimo di allievi nella scuola dell’obbligo: ma il Parlamento e il popolo le hanno respinte. Ora, se non si potesse effettuare la sperimentazione de “La Scuola che verrà”, si chiuderebbe la via alternativa per migliorare l’insegnamento nella scuola dell’obbligo, in modo tale da avere maggiore attenzione alle necessità degli allievi. Lo hanno capito varie associazioni di docenti, l’associazione dei genitori e numerose persone attente alla scuola.

Come Sindacato VPOD docenti parteciperemo alla Commissione che si occuperà di accompagnare l’implementazione della sperimentazione e di seguire la valutazione effettuata da esperti indipendenti dal Dipartimento. Ne sono garanti le firme del Direttore del Dipartimento educazione e del Direttore della Divisione scuola in calce al verbale dell’incontro del 18 aprile scorso con i rappresentanti del Forum della scuola.

Infine non occorre farsi condizionare dalle perplessità per l’insegnamento secondo il principio delle competenze: esso è contenuto nel nuovo Piano degli studi della scuola e non nella riforma de “La Scuola che verrà” in votazione! E alla stessa stregua vanno smentite le paure legate alle note e al passaggio dalla scuola dell’obbligo alla scuola postobbligatoria: le note rimangono in vigore anche nella sperimentazione.

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