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L'OSPITEIsraele sceglie l’apartheid. Cassis, dove sei?

20.07.18 - 09:26
Forum Alternativo
Israele sceglie l’apartheid. Cassis, dove sei?
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Nella giornata ieri, lo stato di Israele ha varato una legge che dichiara ufficialmente che il popolo ebraico è il solo ad avere diritto all’autodeterminazione nel paese. Tra le varie misure, la legge accorda dei diritti speciali ai soli ebrei e toglie lo status di lingua ufficiale all’arabo. Dall’intolleranza si passa quindi all’aperta discriminazione della minoranza degli arabi israeliani, che compongono quasi il 20% della popolazione del paese.

Il testo definisce inoltre Gerusalemme come capitale di Israele e afferma che “lo stato considera la colonizzazione ebraica come un valore nazionale e agisce per incoraggiarla e per promuoverne lo sviluppo e il consolidamento”, spianando così la strada per l’occupazione israeliana dell’intera Palestina.

Non è quindi un caso se negli ultimi mesi si sono intensificati i lavori di sgombero in diverse parti della Cisgiordania, con le autorità israeliane più che mai determinate a radere al suolo diversi insediamenti arabi e beduini per rimpiazzarli con nuove colonie. Al contempo i continui bombardamenti criminali su Gaza – di cui l’ultimo, ci teniamo a ricordarlo, è avvenuto lo scorso fine settimana – hanno ridotto la Striscia ad un cumulo di macerie, rendendola praticamente inabitabile.

La soluzione dei “due popoli, due stati” è più lontana che mai, e si disegna all’orizzonte la nascita di un unico stato ebraico nel quale gli altri popoli sono apertamente discriminati. Sono significative le parole con le quali Avi Dichter, parlamentare del Likud, si è espresso nei confronti dei parlamentari arabi al termine del dibattito: “Non eravate qui prima di noi e non resterete dopo di noi”.

Di fronte a questo scempio, la Svizzera non può chiudere gli occhi e far finta di niente, come ai tempi dell’apartheid in Sud Africa. Uno stato che discrimina pubblicamente una parte della propria popolazione in funzione dell’etnia e della fede religiosa va semplicemente boicottato e escluso dalla comunità internazionale. Non ci sono altre misure possibili. Invitiamo quindi il Dipartimento federale degli affari esteri a prendere posizione: Cassis, se ci sei, batti un colpo. Altrimenti il tuo silenzio diventerà una macchia indelebile nella storia del nostro paese.

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