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L'OSPITEIl metodo del ricatto per imporre sgravi fiscali fa scuola

23.05.18 - 14:31
Sindacato Unia
tipress
Il metodo del ricatto per imporre sgravi fiscali fa scuola
Sindacato Unia

Come era prevedibile, il “metodo ticinese” per imporre regali fiscali ai ricchi che lo scorso 29 aprile ha consentito al governo e alla maggioranza delle forze politiche di vincere (seppur di misura) la votazione sulla controversa revisione della legge tributaria, sta facendo scuola anche a livello federale.

La recente proposta della Commissione dell’economia e dei tributi (CET) del Consiglio degli Stati di abbinare il cosiddetto “Progetto fiscale 17” a una «compensazione sociale attraverso l’AVS» rientra nella medesima logica del baratto di sgravi in favore di chi non ne ha bisogno con misure di carattere sociale. Una logica perversa a antidemocratica a cui Unia Ticino continuerà ad opporsi fermamente.

Le lavoratrici e i lavoratori uscirebbero infatti perdenti su tutta la linea se questo “compromesso” dovesse imporsi alle Camere federali. Innanzitutto perché la sottrazione allo Stato di risorse finanziarie (più di 2 miliardi all’anno, prevede il PF 17) si traduce sempre in tagli alla spesa pubblica, cioè nella decurtazione di prestazioni sociali e in un indebolimento del servizio pubblico. E a farne le spese sono evidentemente i salariati e le fasce più deboli della popolazione.

D’altro canto, analizzando le singole «misure di compensazione» previste dalla CET (ogni franco di tassazione perso un franco in favore dell’AVS), risulta evidente che a finanziarle quasi interamente sarebbero ancora una volta le lavoratrici e i lavoratori: attraverso un aumento dei contributi salariali, attraverso l’IVA e attraverso la fiscalità generale.

Ma al di là della natura del finanziamento supplementare dell’AVS, che rappresenta indubbiamente una necessità e su cui il nostro sindacato sta elaborando delle proposte concrete, è il metodo che Unia Ticino contesta risolutamente. Le politiche sociali devono per loro natura rispondere ai bisogni delle componenti più fragili e più in difficoltà della popolazione ed è inaccettabile che vengano utilizzate come merce di scambio, cercando oltretutto di far passare i diritti per dei regali, per delle concessioni. È dunque un’aberrazione l’idea di legare il necessario intervento in favore dell’AVS a un ennesimo pacchetto di misure fiscali in favore dei ricchi e delle grandi imprese, assolutamente non necessario.

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