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L'OSPITEParco: abbiamo già perso!

23.05.18 - 17:00
TiPress
Parco: abbiamo già perso!

Nell’eminente votazione sul Parco Nazionale del Locarnese (PNL) si stanno creando due frange piuttosto connotate e che si potrebbero  riassumere sinteticamente con alcune principali tendenze. Frange contrapposte che sanciscono la spaccatura, la sconfitta di tutta la regione confrontata a questo progetto.

Il fronte dei No formato in grande parte dalle persone che vivono il territorio. Spesso agricoltori, viticoltori, allevatori, cacciatori un tempo per esigenza oggi per passione tramandata, proprietari da sempre di un qualche rustico, i patrizi e i patriziati. Insomma gente che ha radici e conosce bene il mondo naturale, le regole della natura dovendosi confrontare e lottarci regolarmente se non tutti i giorni. Gente che conosce e ha visto la storia del loro territorio e come è evoluta la vita socioeconomica del paese. Tanti sono anziani che hanno trascorso i tempi di difficoltà e di fatiche dove tutto aveva maggiore valore di oggi e non vi erano sprechi o troppe teorie e burocrazia. La sostanza, il reale allora la facevano da padrone. Avevano selezionato le migliori pecore, mucche e capre adatte alla nostra realtà territoriale affinché dessero carne e latte a sufficienza per vivere. Hanno combattuto tutto ciò che poteva sottrarre sussistenza alle loro famiglie che fosse il lupo, la volpe, il tasso o i maggiolini e ora i cinghiali. Sanno di cosa parlano e conoscono molto bene la realtà territoriale e le regole della natura. Non rinnegano le loro origini, la loro cultura i valori di efficienza derivati dalla grande miseria e dal non spreco, ma anzi confrontati con la società odierna ne sono fieri. E poi chiaramente questo pezzo di terra di sofferenze e soddisfazioni lo sentono un poco loro ma tanto da negoziare con la forza della natura.

Il fronte dei Si.  La maggior parte non ha più o non ha avuto un legame stretto col territorio. Gente che è venuta ad abitare ma che non ha vissuto il territorio e del territorio non ha ricordi dei legami raccontanti dai familiari  e legami particolari. altri hanno rotto completamente con le fatiche del passato e ora rinnegano quell’epoca connotata da sofferenze. Tanti rinnegando o non avendo conoscenza diretta e radici, non avendo storia sono tendenzialmente legati ai grandi discorsi teorici generici. Il loro reddito lo guadagnano chiaramente altrove. C’è anche chi sposa per teoria e per professione la causa dei si. Probabilmente i medici, i dottori il cui reddito chiaramente è dato dal discorso della salute si schierano per l’ambiente senza rendersi conto che di ambiente nelle valli e sui monti non ne manca ma credono di elevarsi con questi discorsi protezionistici della natura, mentre forse farebbero meglio a capire veramente le radici della gran parte dei loro pazienti. Naturalmente la loro immagine professionale è intatta come il loro reddito. Lo stesso vale anche per altre categorie professionali.

Quello che rammarica dell’attegiamento del fronte dei si è una certa mancanza di rispetto per la storia della gente di quel paese che hanno scelto per viverci. Una mancanza di sensibilità e di contatto. Scelgono di vivere li ma non i valori della gente con cui vivono. Chiaramente questi si schierano con leggerezza con il fronte dei si. Avessero almeno l’accortezza di astenersi e di capire che quello del parco è un discorso in primis per chi nella natura ci ha vissuto e ci vive!

La votazione sul  parco lascerà delle ferite molto profonde a livello sociale.  Un progetto di quasi venti anni che ha assorbito svariati milioni ha già creato un perdente, la vita del paese, i rapporti tra la gente. 20 anni e una dozzina di milioni per finire di litigare. Già solo questo fatto merita di rifletterci sopra. Ma chi a questo punto riflette ancora?

Amalia Rizzi
Rossetti Giordano
Rauber Fabiano
Eva Clivio
Mattia Rauber
Ana Rauber
Davide e Corinna Mordasini
Romana Ramazzina
Ferrari Maruska
DeFalco Walter
Enrico Buzzini
Nadia Rusconi
Chiesa Stéphan
Chiesa Cristina
Generelli Romano

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