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L'OSPITESì alla riforma sociale e fiscale: un patto sociale, un patto intergenerazionale

25.04.18 - 12:00
Alessandra Gianella (PLR) e Amanda Rückert (LEGA)
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Sì alla riforma sociale e fiscale: un patto sociale, un patto intergenerazionale
Alessandra Gianella (PLR) e Amanda Rückert (LEGA)

Entro il prossimo 29 aprile occorre votare sì alla modifica della legge tributaria, sulla quale il popolo ticinese è stato chiamato ad esprimersi da un referendum lanciato da una parte della sinistra. Le modifiche della legge tributaria poste in consultazione popolare sono parte integrante di un equilibrato pacchetto di misure fiscali e sociali, voluto dal Governo e sostenuto dalla maggioranza del Gran Consiglio, che per una volta è riuscita a riporre l’ascia di guerra del costante clima di campagna elettorale che imperversa costantemente nella politica del nostro Cantone, per sostenere un equilibrato compromesso, che rappresenta da un lato un primo passo volto a correggere alcune situazioni che nel confronto intercantonale fiscale vedono il nostro Cantone tra gli ultimi posti, dall’altro introduce alcune misure che vogliono migliorare la conciliabilità tra lavoro e famiglia.

In poche parole, racchiuse in un pacchetto finanziariamente sostenibile ci sono misure per accrescere la competitività fiscale, alleggerendo il carico di imprese e contribuenti facoltosi, misure per incentivare gli investimenti in aziende innovative, ma soprattutto misure per potenziare gli strumenti di conciliabilità di cui beneficeranno le famiglie ticinesi: tutti concetti chiave di questo patto di solidarietà tra cittadini ed aziende.

Le misure sociali finalizzate a rafforzare la politica familiare non risultano nella votazione popolare, poiché non sono state oggetto del referendum. La volontà espressa dal Parlamento è però chiara: i due pacchetti sono legati a doppio filo e se le misure fiscali non dovessero essere approvate, nemmeno quelle sociali entreranno in vigore. Queste ultime – interamente finanziate dalle aziende - comprendono misure concrete quali sostegni finanziari ad asili nido e a strutture extrascolastiche, aiuti ai famigliari curanti, l’introduzione di un assegno parentale di 3'000.-- in caso di nascita o adozione e il rafforzamento della politica aziendale a favore delle famiglie, con strumenti volti a sensibilizzare le aziende nello sviluppo di politiche famigliari che favoriscano la conciliabilità.

Gli interventi fiscali previsti permettono al nostro Cantone, che si trova agli ultimi posti della competitività fiscale in Svizzera, di rientrare nella media nazionale. Un Ticino fiscalmente competitivo è anche nell’interesse del ceto medio e delle famiglie con meno disponibilità, poiché una maggiore competitività fiscale è una premessa necessaria per garantire anche in futuro i mezzi all’ente pubblico per svolgere i propri compiti e assicurare quindi a noi cittadini un buon livello di prestazioni pubbliche. Tra le varie misure fiscali proposte si è pensato anche ai giovani: sono previsti incentivi fiscali per promuovere gli investimenti nelle società start-up innovative che al giorno d’oggi costituiscono nuove opportunità professionali che profileranno il nostro Cantone quale luogo attrattivo per la nascita e l’insediamento di queste giovani aziende, creando nuovi posti di lavoro qualificati e nuova linfa per l’innovazione.

Per tutti questi motivi approvare la riforma sociale e fiscale è un primo fondamentale passo volto al rinnovamento del sistema fiscale ticinese, per rendere quest’ultimo maggiormente concorrenziale, attirare nuovi contribuenti e mantenere sul territorio quelli facoltosi già presenti e che con le loro imposte garantiscono un sufficiente substrato fiscale, di cui beneficia soprattutto il ceto medio e per finanziare il rafforzamento delle misure a sostegno delle famiglie, riducendo le differenze di genere, migliorando le condizioni del lavoro femminile.

Non è quindi per nulla vero ciò che sostengono i referendisti, ovvero che questa riforma rappresenta un ingiusto “regalo ai ricchi”: la riforma porta sgravi fiscali minimi ma dall’altra parte chiama le imprese ad assumersi maggiore responsabilità sociale, attraverso il finanziamento da parte di queste ultime di un importo pari a 20 milioni, comprendente misure di politica sociale e familiare. A beneficiare della riforma fiscale e sociale saranno quindi in maggior misura cittadini, famiglie, donne e madri ticinesi. Come l’automobile non va senza benzina, un insufficiente substrato fiscale rende impossibile il finanziamento di prestazioni pubbliche e di misure a favore del ceto medio.

Siamo giovani donne lavoratrici che forse un giorno avranno anche una famiglia, viviamo costantemente le esperienze delle nostre coetanee e le relative difficoltà a riuscire a mantenere un piede nel mondo del lavoro nonostante l’arrivo di uno o più figli e quindi il prossimo 29 aprile voteremo un sì convinto.

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