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L'OSPITERiforma sociale e fiscale: l’economia al servizio del ceto medio

16.04.18 - 15:00
Enea Monticelli, Presidente di Generazione Giovani PPD
Riforma sociale e fiscale: l’economia al servizio del ceto medio
Enea Monticelli, Presidente di Generazione Giovani PPD

Colonna portante della nostra economia e simbolo di una nuova socialità che non deve solamente aiutare chi è in grave difficoltà, ma sostenere con forza coloro che formano la base della nostra società, il ceto medio ticinese si è spesso e volentieri visto richiedere sacrifici, soprattutto negli scorsi anni in ottica di pareggio delle casse cantonali.

Con i grandi cambiamenti della società odierna, osserviamo la generazione di nuovi bisogni soprattutto per quanto riguarda il rapporto tra il mondo lavorativo e quello famigliare. La necessità di poter vivere la propria vita affettiva non è solamente un diritto di qualsiasi cittadino, bensì si tratta di un indicatore della salute della nostra società, dove il mondo del lavoro deve essere al servizio del lavoratore e non viceversa. Conciliabilità tra i mondi lavorativi e famigliari, orari flessibili, congedi prolungati e una miglior accessibilità alle strutture che sostengono le nostre famiglie, queste le esigenze concrete della popolazione ticinese alla quale la politica risponde con l’assegno parentale e il potenziamento delle strutture d’accoglienza.

La riforma proposta dal Dipartimento della Sanità e della Socialità non si pone come obiettivo la distribuzione di sussidi considerati come aiuti ad innaffiatoio bensì propone misure concrete al servizio di chi sostiene la nostra società, in previsione dell’evoluzione delle necessità del ceto medio. Certamente non uno dei segnali più rassicuranti per coloro che, a prova del referendum lanciato solamente contro la parte fiscale del pacchetto, fa del sostegno unilaterale a coloro che sono più in difficoltà economicamente uno dei maggior cavalli da battaglia. I 21 milioni di franchi che dal 2021 saranno versati dalle aziende e dall’economia ticinese alle famiglie e a tutte quelle strutture che le sostengono sotto forma di contributi, ma non sono assolutamente da considerarsi come un “contentino” alla società per le misure fiscali proposte. Anzi esse rappresentano un vero e proprio investimento sociale!

Investimento sociale che deve per forza passare dalla ratifica del nuovo patto sociale tra economia (mondo del lavoro, aziende e lavoratori) e la società ticinese. Patto sociale che, a nome della stragrande maggioranza dei rappresentanti di tutte le forze politiche a Palazzo delle Orsoline, assicura una soluzione win-win per tutte le parti in causa che ne trarranno un beneficio sia diretto che indiretto. Per questo motivo, il 29 aprile vi invito a sostenere caldamente un patto sociale a beneficio di tutti. Sì alla riforma sociale, sì alla riforma fiscale!

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