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OSPITE«A pensar male si fa peccato, ma qualche volta ci si azzecca...»

09.04.18 - 13:00
Giancarlo Jorio, ex municipale di Giubiasco.
«A pensar male si fa peccato, ma qualche volta ci si azzecca...»
Giancarlo Jorio, ex municipale di Giubiasco.

Bellinzona, via libera alla costituzione del consiglio direttivo dell’ente aziende municipali di Bellinzona AMB: "A pensar male si fa peccato, ma qualche volta ci si azzecca….".

L’ormai ex presidente del Consiglio di Stato Manuele Bertoli, nella veste istituzionale che oggi passa di mano, ha accolto l’istanza del municipio di Bellinzona chiedente la revoca dell’effetto sospensivo del ricorso concernente l’istituzione del consiglio direttivo dell’ente aziende municipali di Bellinzona AMB.
Tale decisione non concerne, direttamente, anche la contestata designazione del presidente.

Stante il presidente del Consiglio di Stato Manuele Bertoli, una personalità della politica cantonale che primariamente riveste una carica istituzionale politica, qualche giorno prima di tornare a esercitare la carica elettiva, si è istituzionalmente "messo la toga” per un verdetto di garanzia del diritto, (ndr.: che di garanzia proprio non sembrerebbe), comunque impugnabile.

L’impianto istituzionale cantonale della giustizia amministrativa, verosimilmente facendo torcere il naso a qualche giurista puro, per giudicare un’istanza di revoca dell’effetto sospensivo di un ricorso, conferisce la competenza al presidente del Governo, una carica della durata di un anno, a turno.

Per farla corta, corre in supporto la costante giurisprudenza, che indica, “di principio, che il potere esercitato dal presidente del Governo è limitato alla violazione del diritto.”

Evitando di anticipare il giudizio di merito e di competenza dei giudici ordinari, può decidere l’adozione di misure cautelari volte a evitare che interessi pubblici siano irrimediabilmente pregiudicati dai ritardi provocati dalla procedura d'impugnazione. 

Orbene, con la decisione il presidente del Governo ha confermato che lo statuto AMB non fosse effettivamente in vigore il giorno della decisione del Consiglio comunale. A quella data, in due mesi di tempo, il municipio di Bellinzona non aveva ancora provveduto e assicurato che lo statuto AMB fosse ratificato dall’Autorità superiore, così come per legge previsto. Il presidente del Consiglio di Stato Manuele Bertoli, di fatto sottoscrive la prova inequivocabile che le cose stessero proprio così, ergo: uno sgarbo formale al diritto. Ma l’ormai l’ex presidente del Consiglio di Stato Manuele Bertoli ha sorvolato la difformità con il diritto per consentire d’impiantare un ragionamento che assume quanto pretestuosamente invocato dal municipio di Bellinzona, più precisamente far prevalere entità economiche e motivi d’interesse pubblico, comunque fatti ben conosciuti già prima di avviare una procedura che palesemente si sapeva essere viziata.

Peraltro il Municipio, con la sua domanda, neppure ha saputo indicare quale effettivo pregiudizio altrimenti irreparabile e non preventivamente conosciuto, prima di procedere in crassa violazione del diritto, avrebbe voluto evitare. 

Municipio e Consiglio comunale ben conoscevano il rischio d’incorrere in una decisione che sarebbe stata lesiva del diritto sotto il profilo formale, ma verosimilmente prevalendo forse reconditi calcoli di una probabile accettazione della decisione viziata, qualcuno potrebbe essere arrivato anche pensare … “se la va, la gha i gamb”.

Allo stato delle cose l’ormai ex presidente del Consiglio di Stato Manuele Bertoli, sembrerebbe che si sia assunto la responsabilità di togliere le castagne dal fuoco alle istituzioni di Bellinzona, a mio modesto parere, in un modo che rischia di far scottare poi le dita a qualcuno.

Si ricorderà che la magagna è emersa in tutta la sua evidenza, incidentalmente, esaminando la decisione del Consiglio comunale di Bellinzona, adottata sotto la presidenza da Alberto Marietta, PLR, che era tenuto a verificare la formale conformità di quanto ha posto all’ordine del giorno e quindi ad approvazione.
Una verifica di lapidaria semplicità, in altre parole farsi carico di chiedere al Municipio la decisione di ratifica dello statuto AMB da parte dell’Autorità superiore e accertare di persona che al momento della sua adozione fosse sicura la conformità ai requisiti di legge.
Insomma è forse troppo pretendere dal presidente del Consiglio comunale l’ossequio di un suo dovere funzionale e di responsabilità della carica istituzionale?

A rigore, per sanare gli “sgarbi al diritto”, con un “bagno di umiltà e di realismo” il Municipio avrebbe potuto e “fatto prima” a riproporre la trattanda al Consiglio comunale, ovviamente dopo l’approvazione dello statuto AMB da parte dell’Autorità superiore, chiedendo la revoca della precedente decisione viziata e riformulando decisioni conformi al diritto.

Ora le responsabilità passano al consiglio direttivo dell’ente AMB, verosimilmente decapitato del presidente formalmente designato per statuto, ma con qualche problemino di verifica di conformità, indispensabile per rapporto al diritto superiore.
Il consiglio potrà costituirsi e mettersi a lavorare: una delle prime decisioni potrebbe essere quella concernente la remunerazione dei suoi membri, presidente compreso.
Comunque, sempre tenendo conto del rischio che qualche sentenza successiva potrebbe anche portare ad annullare parecchia “carne al fuoco”.

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