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OSPITEPAL3 bocciato: probabilmente non riceverà neanche un franco da Berna

18.02.18 - 16:30
Chiara Lepori, Comitato dell’Associazione Traffico e Ambiente della Svizzera Italiana
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PAL3 bocciato: probabilmente non riceverà neanche un franco da Berna
Chiara Lepori, Comitato dell’Associazione Traffico e Ambiente della Svizzera Italiana

Abbiamo appreso in questi giorni che la Confederazione non intende accordare alcun finanziamento al PAL 3, perché esso non soddisfa i requisiti fissati dalle leggi federali. Su 36 progetti presentati da altrettante città svizzere soltanto quattro, fra cui quello del Luganese, sono stati bocciati. Certo, vi è ancora la possibilità di protestare e ricorrere, ma il segnale è chiaro.
Forse è utile spiegare di cosa si tratta. “PAL3” sta per Programma d’agglomerato trasporti e insediamento di terza generazione; i programmi d’agglomerato sono uno strumento con cui la Confederazione cerca di indirizzare verso la sostenibilità lo sviluppo degli agglomerati urbani in materia di insediamenti, paesaggio e trasporti, cofinanziando i progetti presentati dai Cantoni se sono coerenti con gli obiettivi della Legge federale sulla pianificazione del territorio. A Lugano i programmi sono stati elaborati dalla Commissione Regionale dei Trasporti del Luganese, una specie di consorzio finanziato dagli stessi Comuni e presieduto dal sindaco di Massagno G. Bruschetti.

Malgrado le motivazioni specifiche non siano ancora state pubblicate, si può sicuramente già dire che la causa della bocciatura federale sta nella mediocrità del progetto presentato, che intende investire molti soldi senza raggiungere gli obiettivi fissati dalle leggi federali (le quali sono state approvate anche dal popolo, pure da quello ticinese). Tali obiettivi sono lo sviluppo centripeto, il coordinamento fra insediamenti e infrastrutture del trasporto (segnatamente pubblico, pedonale e ciclabile), il miglioramento della qualità di vita, eccetera. Durante la consultazione, l’Associazione Traffico e Ambiente, i Cittadini per il Territorio e altri enti avevano puntualmente segnalato la scorrettezza dell’impostazione, ma le critiche non sono state prese in considerazione. Non si può quindi addossare la responsabilità del mancato finanziamento alla Confederazione, che non fa altro che applicare le leggi; essa è stata fin troppo indulgente con il Luganese, se si considera quanto segue. Il primo progetto, che non si chiamava PAL ma PVP (piano della viabilità del polo) ha portato alla costruzione della galleria Vedeggio – Cassarate. Per accordare il finanziamento la Confederazione aveva richiesto una serie di misure fiancheggiatrici (eliminazione di posteggi in centro da sostituire con quelli di interscambio, creazione di una rete capillare di percorsi ciclabili, riqualifica dei quartieri, ecc.), rimaste poi in gran parte irrealizzate. Malgrado ciò, la Confederazione ha comunque cofinanziato la galleria (probabilmente turandosi il naso). Sul PAL2 Berna ha formulato pesanti critiche, negando il finanziamento ad alcune opere (fra cui la circonvallazione di Agno-Bioggio che se si farà sarà messa totalmente a carico dei contribuenti cantonali e comunali), perché erano in contraddizione con gli obiettivi fissati. Quando il credito è stato approvato dal Consiglio comunale di Lugano un gruppo di cittadini, unitamente ad alcuni partiti e all’Associazione Traffico e Ambiente, hanno lanciato un referendum. Era l’estate del 2015, ma non si sa ancora se il popolo luganese potrà pronunciarsi, perché un ricorso è pendente davanti al tribunale amministrativo cantonale. E si arriva così al PAL 3, impietosamente bocciato.

Ciò che davvero rincresce sono le conseguenze per il nostro territorio di questo modo di procedere pasticciato e incoerente. Se il lavoro fosse stato svolto a dovere, se si fosse dato ascolto alle critiche sensate formulate in sede di consultazione, potremmo per esempio avere la progettazione definitiva e il finanziamento federale di una linea di tram cittadina da Cornaredo a Lugano Centro e dal Centro a Grancia (da collegare con il Tram-Treno che rientra nel Fondo per il finanziamento dell’infrastruttura ferroviaria). Evitando assurde, inutili ed anacronistiche colate di cemento (mi riferisco alla maxi rotonda prevista sul fiume Cassarate e alla strada che taglia in due il sedime comunale di Cornaredo) ed i relativi costi, si può dire che la Città avrebbe potuto costruire quell’opera, davvero utile per la cittadinanza, a un costo molto contenuto.

Purtroppo a Lugano siamo in ritardo di 30 anni rispetto agli altri agglomerati svizzeri e la differenza si vede in termini di qualità di vita, che tocca tutti i cittadini, molto di più di quanto forse si tenda ad ammettere (basta pensare alle malattie causate dall’inquinamento dell’aria).
Piangere sul latte versato purtroppo serve a poco: occorre invece avere il coraggio di cambiare radicalmente rotta, incominciando magari col ripensare i compiti, le funzioni e la composizione (soprattutto per quanto riguarda i vertici) della CRTL, in modo che anche Lugano diventi nel prossimo futuro un agglomerato urbano degno della Svizzera del XXI secolo.

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