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OSPITEUn secco NO a No Billag

07.02.18 - 07:47
Movimento di MontagnaViva
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Un secco NO a No Billag
Movimento di MontagnaViva

In questi giorni è in via di distribuzione il materiale di voto per la votazione federale che propone l'abolizione del canone radiotelevisivo (abolizione del Canone Billag). Una votazione che da mesi sta facendo discutere animatamente tutta la Svizzera e che per la seconda volta ha portato il Consiglio di Stato a sostenere il NO a questa Iniziativa popolare anti Svizzera, con la seguente motivazione principale: Il Governo ticinese invita le cittadine e i cittadini a respingere una proposta che penalizzerebbe fortemente le regioni periferiche e le minoranze linguistiche come il Cantone Ticino, segnando il passaggio definitivo da una logica di servizio pubblico a una commerciale. Recentemente anche il Governo Grigionese si era espresso, invitando il popolo ad opporsi a questa iniziativa. La Svizzera italiana è periferica e marginale, ma a farne particolarmente le spese di un'eventuale approvazione dell'iniziativa popolare saranno le comunità periferiche già disagiate, quali le Valli e le Regioni di montagna. Per aree notoriamente poco dotate di altri servizi informativi e di svago la radio televisione pubblica, con la sua apprezzata e diversificata offerta di programmi, è una compagna importante e insostituibile per la vita quotidiana degli abitanti, specialmente per le persone anziane. Quest’ultime possono seguire programmi delle quattro regioni linguistiche che tengono conto, valorizzano e mantengono viva la diversità a livello regionale, contribuendo anche alla coesione nazionale. È da illusi pensare che qualcuno investirà "un franco" per garantire un’informazione equa, libera ed equilibrata in regioni marginali quali le nostre, non facciamoci illusioni!

Per questi motivi MontagnaViva, senza mezzi termini, invita l'espressione del voto nella forma di un secco NO a NO BILLAG.

MontagnaViva nelle scorse settimane, sulla scia del primo appello del Consiglio di Stato del 22 novembre 2017, aveva proposto all'Ufficio Presidenziale del Gran Consiglio un'appello rivolto ai Parlamentari della Repubblica del Cantone Ticino "per il mantenimento di un servizio pubblico d'informazione a difesa della nostra lingua e cultura italiana".L'appello dei Parlamentari ticinesi, redatto in collaborazione del Segretariato CORSI - che ringraziamo - non ha potuto concretizzarsi per la ferma opposizione del Gruppo della Lega dei ticinesi! Quest'ultima gioisce per salvare 220 posti di lavoro, su 440, alle Officine FFS di Bellinzona e nel medesimo tempo non ci pensa 5 secondi nel voler cancellare un servizio pubblico rappresentato dalla RSI, da una Televisione privata e da due Radio regionali. Emittenti che contano almeno 1700 posti di lavoro, un indotto nazionale di ripartizione del canone di 265 milioni (22%) a fronte di canone pagato nella Svizzera italiana di 45 mio (4%). Di questo canone 6.5 mio vanno alle emittenti private. 213 milioni sono l'indotto diretto e indiretto per la RSI e a 850 Ditte locali. Un indotto essenziale specialmente per l'economia sottocenerina, ma infine anche per quella cantonale.

Le risposte che gli iniziativisti danno non sono concrete e nemmeno convincenti, un salto nel vuoto!

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