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L'OSPITESUPSI e parcheggi: studenti trascurati e discriminati

24.01.18 - 09:02
Gruppo di studenti SUPSI
SUPSI e parcheggi: studenti trascurati e discriminati
Gruppo di studenti SUPSI

La SUPSI: ormai una grande università, all’avanguardia, con circa 4000 studenti all’attivo, ed in continua espansione.

Quest’istituzione universitaria, come d’altronde tutte quelle cantonali e federali, dovrebbe essere il primo ente a fornire un esempio ai suoi iscritti, mostrando un trattamento equo e leale nei loro confronti. Questo fatto, purtroppo, non sempre si verifica.

Da ormai quasi due anni è un’agonia raggiungere lo stabile di Manno, non solo, evidentemente, per il traffico ormai endemico e costante che caratterizza il triplo asse Lugano-Manno-Ponte Tresa, ma anche per via della deprivazione dei pochi parcheggi che erano rimasti agli studenti. Sino al termine del 2015 era fattibile per gli allievi SUPSI che abbracciavano la filosofia del carsharing sfruttare quei parcheggi gratuiti (poco più di una cinquantina), premiando giustamente l’altruismo e la mano aperta verso l’ecologia. Dopo quella data, il grazioso parcheggio è stato privato agli studenti, passando, in modo del tutto iniquo, in mano agli studenti in formazione continua (generalmente lavoratori e comunque rappresentanti un’infima parte rispetto al totale degli studenti) e ai collaboratori (cui erano già in possesso di parcheggi di fronte allo stabile E di Manno!). La ragione di ciò non è ancora chiara, ma v’è sicuramente un nesso con la tassa di collegamento (art. 35 LTPub) introdotta dall’onorevole Zali, cui scopo principale è quello di stimolare l’utilizzo dei trasporti pubblici. Idea con una buona base, ma solamente se accompagnata da infrastrutture capaci di sopportare tale legislazione senza difficoltà. Purtroppo, quest’ultime, non vi sono. Alla SUPSI sono presenti molti studenti che risiedono in zone molto dislocate e, vista già la posizione non centrale e infelice della sede di Manno, un raggiungimento rapido, efficace ed efficiente della stessa è tutt’ora un miraggio. Ad esempio, un giovane studente, residente ad Acquarossa, ogni giorno spende in media tre ore e mezza per i viaggi di andata e ritorno con il solo uso dei mezzi di trasporto, invece con un autoveicolo “solo” un’ora e tre quarti. Oppure ancora, da Collina d’Oro si impiega un’ora coi mezzi pubblici, mentre solo una ventina di minuti con l’auto per un solo tragitto. La differenza temporale potrebbe perciò essere riallocata tramite una moltitudine di efficienti modi. L’uso dell’autoveicolo è quindi talvolta inevitabile al fine di svolgere una vita ordinaria, soprattutto siccome, talvolta, noi studenti siamo costretti a rimanere fino a notte fonda per gli esami e non abbiamo mezzi di trasporti pubblici per tornare in quella fascia oraria. Questo nonostante i vari tentativi da parte della SUPSI (in primis una navetta ideata in modo estremamente inefficiente) di andare in contro agli studenti nell’ambito della mobilità, rivelatisi però fallimentari (infatti è stata abolita).

Come mai è stato raccontato tutto ciò? Data la deprivazione da parte della SUPSI agli studenti del parcheggio menzionato sopra, una miriade di studenti è costretta a parcheggiare la propria automobile in modo abusivo, data inoltre la già estrema penuria di parcheggi nella zona di Manno. A ciò si aggiunge anche l’incapacità finanziaria, caratteristica generalmente comune di tutti gli studenti a tempo pieno, che rende impossibile un eventuale pagamento di un canone mensile per un parcheggio. Questo porta a frequenti multe per una buona fetta di studenti, erogate soprattutto nell’area del famoso ex-parcheggio per allievi. Queste multe vengono persino messe quando l’occupazione del parcheggio non raggiunge nemmeno il 20% e pure nella fase di esami.

Per concludere, vi è quindi una palese e stupida inefficienza nella gestione di questi parcheggi, che dovrebbero ritornare nelle mani di quegli studenti disposti in modo molto altruistico ad accompagnare altri compagni lungo un certo tragitto comune, tornando quindi alla filosofia del Carsharing, paradossalmente uno dei principali obiettivi relativi alla mobilità SUPSI.

Perciò, onorevole Zali e chi di riferimento in sede SUPSI, noi studenti vi chiediamo un po’ di ragione e buona fede; non creiamoci problemi laddove potrebbero tranquillamente non esserci. L’accessibilità all’istruzione è necessaria anche sotto questo punto di vista!

 

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