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OSPITEL’iniziativa “acqua potabile” non coglie assolutamente nel segno

31.03.17 - 18:25
Sem Genini, segretario agricolo UCT
TiPress
L’iniziativa “acqua potabile” non coglie assolutamente nel segno
Sem Genini, segretario agricolo UCT

Ora stiamo proprio esagerando. Non metto di certo in discussione l’importanza del nostro ambiente e di ridurre in modo mirato e scientificamente attuabile l’utilizzo di pesticidi e antibiotici in agricoltura, ci mancherebbe altro. Tuttavia, ultimamente stiamo assistendo ad una vera e propria campagna denigratoria con diverse iniziative estreme, spesso fuorvianti, che stanno mettendo a repentaglio delle prassi agricole produttive che, in Svizzera, sono di gran lunga le più controllate e a favore della natura e del benessere animale di tutto il mondo.

Un esempio negativo su tutti è la recente iniziativa popolare intitolata “Per un acqua pulita e un’alimentazione sana – nessuna sovvenzione per l’uso di pesticidi e la somministrazione profilattica di antibiotici”, che è stata presentata il 22 marzo dall’associazione “Acqua pulita per tutti”. Il termine per la raccolta delle necessarie 100’000 firme valide è il 21.9. 2018. I promotori richiedono diverse restrizioni ed in particolare che gli agricoltori che applicano dei prodotti fitosanitari e alimentano i propri animali con mangime extra-aziendale, così come quelli che somministrano degli antibiotici a scopo profilattico o hanno un sistema di produzione che necessita un utilizzo regolare di antibiotici, non ricevano nessun tipo di pagamenti diretti.

L’Unione Svizzera dei Contadini (USC) per molti motivi è fermamente contraria a questa estrema iniziativa. Primo fra tutti, contrariamente a quanto scritto nel titolo, in Svizzera già da molto tempo è severamente vietato utilizzare antibiotici a scopo profilattico, pertanto a rigor di logica non esistono neanche delle sovvenzioni per qualcosa del genere. Oltretutto, nel nostro paese l’utilizzo di pesticidi non viene sovvenzionato in nessuna maniera, se non indirettamente tramite un aiuto alla semina diretta, che però offre numerosi vantaggi ambientali scientificamente provati. Lo ribadisco, nessun agricoltore svizzero riceve degli aiuti finanziari poiché utilizza questo tipo di sostanze. Anzi, già oggi accade proprio il contrario, la rinuncia all’utilizzo viene premiata con degli incentivi. Le argomentazioni degli iniziativisti sono quindi di parte e non plausibili, mentre gli importanti aspetti economici e sociali non vengono nemmeno menzionati.

L’acqua pulita è chiaramente di fondamentale importanza anche per il settore agricolo svizzero. Negli ultimi anni si sta facendo molto per la protezione delle acque. A questo proposito, rappresentanti dell’USC stanno lavorando assiduamente in diversi gruppi di lavoro nazionali (p. es. per il piano d’azione fitosanitario della Confederazione e la strategia delle resistenze agli antibiotici) per cercare di trovare delle soluzioni concrete, soddisfacenti e attuabili nella pratica. Anche l’Ufficio federale dell’ambiente nel suo rapporto di gennaio 2017 ha confermato che molti obiettivi sono già stati raggiunti e ha valutato la qualità delle acque in Svizzera come “buona”.

L’agricoltura vuole mantenere e migliorare ancor di più questa buona qualità, ma non con questa iniziativa, che si somma ad un’altra sui prodotti fitosanitari. Quest’ultima lanciata a novembre 2016 da privati della Svizzera orientale pretende l’abbandono completo dell’utilizzo di prodotti fitosanitari nell’agricoltura svizzera. Da una parte, si vuole avere degli agricoltori che siano concorrenziali con l’estero, dall’altra però ci sono una miriade di leggi e controlli che, di fatto, impediscono una vera crescita e una visione imprenditoriale. Le iniziative descritte limiterebbero di molto la produzione indigena di derrate alimentari e causerebbero un aumento elevato delle importazioni e della dipendenza dall’estero, da paesi dove le restrizioni proposte non valgono.

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