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L'OSPITEL’erogazione di energia elettrica è e deve rimanere un servizio pubblico

23.02.17 - 14:18
di Eugenio Zippilli, Membro del comitato referendario contro la trasformazione dell'AIM in Società anonima
Tipress
L’erogazione di energia elettrica è e deve rimanere un servizio pubblico
di Eugenio Zippilli, Membro del comitato referendario contro la trasformazione dell'AIM in Società anonima

La nostra ragione principale per opporci alla trasformazione delle Aziende Industriali di Mendrisio (AIM) in società anonima (SA) è la seguente: la società anonima, con la sua logica contabile ed economica privatistica, si sottrae al controllo democratico e alle istanze sociali proprie del servizio pubblico.
Le ragioni portate da chi sostiene la SA sono le stesse che immancabilmente vengono avanzate quando si vuole procedere alla privatizzazione di un servizio pubblico: maggiore flessibilità organizzativa, maggiore autonomia aziendale, più efficienza operativa. Ragioni più ideologiche che pragmatiche, alla luce delle conseguenze negative che qualsiasi privatizzazione finora messa in atto ha comportato, sia per i servizi erogati che per i dipendenti dell’azienda.
La recente notizia della Società elettrica sopracenerina (SES) che introduce una tassa di 264 franchi all’anno per 2500 residenze fuori zona edificabile, dovrebbe farci riflettere su ciò che può accadere quando si affida un servizio pubblico ad una società anonima.
Infatti, analogamente a quanto propone il Municipio di Mendrisio per le AIM, la SES è una SA e le sue azioni sono di proprietà comunale. Al di là delle rassicurazioni che l’Esecutivo può dare in tutta buona fede, ciò che conta è la forma giuridica dell’azienda e la politica aziendale che ne consegue.
Per la società anonima SES ha una sua logica affermare che quella decisione è stata presa per evitare che i maggiori costi causati da una minoranza siano sostenuti da tutti. Diverso è se la rapportiamo a un servizio pubblico: in questo caso si nega la parità di accesso a un diritto di base come l’energia elettrica.
Le ex regie federali sono un esempio emblematico. La Posta continua a chiudere uffici postali. La Swisscom vuole commercializzare i dati dei suoi abbonati.
I favorevoli alla SA dicono che il paragone non è pertinente poiché le tipologie di servizio sono diverse. Ma non è questo il punto, bensì la loro forma giuridica delle aziende. Esse, pur essendo di proprietà totale o parziale della Confederazione, si comportano come qualsiasi società anonima privata, il cui scopo statutario è massimizzare il profitto. La stessa logica varrebbe per AIM SA.
Le forze politiche che oggi si dicono costrette ad adeguare la “governance” delle aziende pubbliche al diritto privato sono le stesse che a livello nazionale hanno voluto liberalizzare il mercato dell’energia elettrica. Esse si ispirano al modello neoliberista, ormai universalmente diffuso, che mira a trasferire al settore privato compiti tradizionalmente affidati alle istituzioni statali, mercificando beni, servizi e valori di interesse collettivo. È ora di rompere questo schema, cominciando col dire NO alla privatizzazione delle AIM.

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