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L'OSPITE«Non ripetiamo gli errori della Germania!»

14.11.16 - 09:15
Gian-Luca Lardi, presidente centrale della Società Svizzera degli Impresari Costruttori (SSIC)
«Non ripetiamo gli errori della Germania!»
Gian-Luca Lardi, presidente centrale della Società Svizzera degli Impresari Costruttori (SSIC)

Se i Verdi con la loro iniziativa propongono un “abbandono pianificato” dal nucleare, illudono le cittadine e i cittadini. È vero il contrario: questa iniziativa ci obbligherebbe a mettere fuori servizio tre delle cinque centrali nucleari Svizzere già nel 2017. Tale procedimento non sarebbe per nulla ordinato, ma al contrario caotico e irresponsabile. Infatti, non è realmente possibile pianificare un processo così complesso in così breve tempo. Il gruppo energetico BKW sta preparando dal 2015 la chiusura e lo smantellamento della centrale nucleare di Mühleberg. Questi lavori dovrebbero iniziare nel 2019, dopo ben quattro anni di preparazione. Una cosa è chiara: un abbandono precipitoso del nucleare creerebbe sia incertezza, sia rischi e instabilità nella nostra rete di approvvigionamento elettrico.

Oggi nel mondo sono in funzione circa 440 centrali nucleari. Dopo l’incidente nei reattori di Fukushima, la Germania è stato l’unico paese ad avere deciso l’abbandono del nucleare. Difatti, tutte le centrali tedesche dovrebbero essere spente entro il 2022, e questo senza che i cittadini siano mai stati consultati. Tutt’oggi sono operative ancora otto centrali tedesche, mentre 17 erano ancora in funzione cinque anni fa. Prima di Fukushima l’energia nucleare copriva il 23% del fabbisogno della Germania, oggi questa quota è scesa al 16%. La politica tedesca, che sovvenziona fortemente le energie alternative, ha causato un forte aumento dei prezzi dell’elettricità per le economie domestiche. E il prezzo dell’energia elettrica in Germania salirà ancora di più nei prossimi anni. Soldi ben spesi? Nonostante questo mare di sovvenzioni, la Germania produce ancora il 70% della sua elettricità con centrali a carbone, a gas e nucleari. Se il popolo Svizzero accettasse l’iniziativa, saremmo costretti a importare l’elettricità mancante dall’estero, dunque prevalentemente da centrali a carbone e a gas! E questo a favore dell’ambiente? Greenpeace descrive il carbone come una delle «peggiori fonti energetiche dal punta di vista ambientale». Questi stessi gruppi vogliono ora, tramite l’iniziativa per l’abbandono del nucleare, che il futuro approvvigionamento della Svizzera sia garantito in questo modo!
Oggi la Svizzera dispone di un sistema di approvvigionamento elettrico molto sicuro, il che è fondamentale per la popolazione, per le imprese e per i nostri posti di lavoro. L’introduzione di una nuova politica energetica richiede una pianificazione minuziosa e non deve essere messa in pericolo da termini arbitrari o motivati da ragioni puramente ideologiche. Errare humanum est, perseverare diabolicum. Non ripetiamo gli errori della politica energetica tedesca. Il prossimo 27 novembre votiamo NO all’iniziativa per l’abbandono del nucleare!

 

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