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L'OSPITENon siamo il bancomat dell'esercito

16.10.16 - 23:47
Gioventu' comunista
Non siamo il bancomat dell'esercito
Gioventu' comunista

Uno studio del Dipartimento federale della difesa (DDPS) evidenzierebbe l’intenzione di elevare l’asticella della tassa d’esenzione militare a un minimo di 1000 franchi. Attualmente, i giovani svizzeri ritenuti inabili al servizio militare sono tenuti a pagare, per un massimo di 11 anni, una tassa corrispondente al 3% del reddito imponibile e non inferiore comunque ai 400 franchi. La Gioventù Comunista è sconcertata da questa ennesima provocazione del DDPS ai danni delle nuove generazioni.

La palese discriminazione che si manifesta nei confronti di chi - per motivi psichici o fisici - viene ritenuto inabile andrebbe infatti ad accentuarsi ulteriormente. Non solo: un aumento così importante della tassa andrebbe in effetti (e come sempre) a gravare sulle spalle di studenti e apprendisti con redditi nulli o comunque a malapena sufficienti e, conseguentemente, sulle famiglie peraltro già colpite da un contesto economico per nulla favorevole. Ci teniamo a ricordare che è proprio di questa mattina (domenica 16 ottobre) la notizia che una famiglia su quattro in Svizzera non riesce a far fronte a una spesa imprevista di 2’500 franchi. Peraltro è assurdo punire chi viene “scartato” quando abbiamo un esercito palesemente sovradimensionato, tanto che gli stessi politici borghesi vorrebbero renderlo più snello. Ma si sa: dove inizia il militare, finisce la logica!

Insomma, pur di evitare la costante emorragia di giovani che non sono disposti a frasi intruppare, scattando sull'attenti davanti a ufficiali integralisti, persone dal "comportamento infantile per palesare il proprio potere" come scriveva Brenno Martignoni nel suo "Centodiciotto giorni" (Istituto editoriale ticinese, 1981), il DDPS sembra stia dando libero sfogo alla sua fantasia pur di battere cassa con l’aumento di questa tassa anti-sociale.

La Gioventù Comunista continua dal canto suo a rivendicare anzitutto la completa parificazione del servizio militare con il servizio civile (da non confondere con la protezione civile!), un modo per essere utile alla collettività senza giocare alla guerra e successivamente a abolire l’obbligatorietà della leva militare.

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