L'OSPITENO alla nuova legge sugli orari di apertura dei negozi

Il 2015 sta per concludersi e come ogni anno le grandi superfici commerciali diventano i veri protagonisti delle festività. Luoghi dove ogni desiderio può essere esaudito, sostituendo senza problemi il reale spirito natalizio con oggetti materiali. Ci rendiamo conto che questa società, incurante dei veri valori legati alla famiglia, è diventata sempre più individualista ed egoista e tutto è diventato “cosa”, oggetto da consumare.

Cronos si sa, è un padre crudele che non risparmia suo figlio, dandogli morte ogni secondo e così ci ricorda, che dobbiamo correre per riuscire a colmare con i doni, la solitudine generata dalla mancanza di umanità che pervade i nostri tempi.

Quindi la vittima di tutta questa frenesia è il personale della vendita, che nella maggior parte dei casi non può contare su di un Contratto Collettivo di Lavoro, garanzia per una vita degna. Anche loro sono genitori, ma i loro bambini a differenza di altri desiderano profondamente una sola cosa, di trascorrere più tempo con loro. Questi bambini, che sono il nostro futuro, sono i figli di una società che ha sostituito il senso dei veri valori col senso dell'utile, creando una cultura dove conta soltanto far girare in eterno l'economia di mercato, la cosiddetta società delle 24 ore.

Faccio quindi un appello affinché il prossimo 28 febbraio si voti No alla nuova legge sugli orari di apertura dei negozi. Perché è una legge inutile giacché gli orari di lavoro saranno dilatati, ma non ci saranno nuovi posti di lavoro. Perché è una legge ingiustificata, la popolazione si è espressa più volte votando contro progetti di leggi equivalenti e soprattutto perché è una legge dannosa per il personale e per la società; flessibilità e ritmi di lavoro aumenteranno ancora e l'impatto su vita famigliare e sociale sarà estremamente negativo.

In attesa di un risultato che confermi le aspettative del personale di vendita invito tutti a riflettere e agire con il cuore, perché una società migliore, più umana, la dobbiamo alle nuove generazioni. Buone feste!