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LUGANO"Ricordatevi che non sono bello… Piaccio!"

29.01.14 - 08:50
Il 16 marzo Jerry Calà porterà il suo nuovo spettacolo "Non sono bello… Piaccio!" sul palcoscenico del Palazzo dei Congressi
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"Ricordatevi che non sono bello… Piaccio!"
Il 16 marzo Jerry Calà porterà il suo nuovo spettacolo "Non sono bello… Piaccio!" sul palcoscenico del Palazzo dei Congressi

LUGANO - “Racconterò la mia carriera attraverso la musica”, ci spiega Jerry. Perché, forse, proprio non tutti sanno che le sette notte per l’attore sono una parte importantissima della sua vita… “A metà degli anni Sessanta ero un ragazzino di quattordici anni che si trovava nel mezzo di una città in pieno fermento musicale… Era la “Verona Beat”…”, ricorda. “C’era musica dappertutto… Era la Liverpool italiana… Le giovani formazioni si moltiplicavano giorno dopo giorno… E, anch’io, come tutti i ragazzi, avevo la mia band… Cantavo e suonavo la chitarra…”.

Jerry, “Non sono bello… Piaccio!” parte proprio da quegli istanti, giusto?

"Certo, e a fare da colonna sonora ai ricordi, con una formazione di dodici elementi e tre coriste, riprenderò le canzoni che già all’epoca cantavo col mio gruppo, ossia le cover dei Bealtes, dei Rolling Stones, dell’Equipe 84…"

Poi, sono arrivati i Gatti di Vicolo Miracoli, che condividevi con Umberto Smaila, Franco Oppini e Ninì Salerno…

"Anche loro sono nati dalla musica, trasformandosi poi in un gruppo cabarettistico… Nello spettacolo racconterò i nostri inizi e il nostro arrivo al Derby di Milano, momento in cui, allo scoccare degl anni Settanta, incontrammo Cochi e Renato e Jannacci, i nostri maestri…"

Quale fu, per voi, il loro più grande insegnamento?

"Noi venivamo dalla provincia e credevamo che coloro che avevano raggiunto già una certa popolarità, senza troppi sforzi, si divertissero e basta… Invece, grazie a Cochi Ponzoni, Renato Pozzetto ed Enzo Jannacci, capimmo che le cose non funzionavano così: imparammo cosa vuol dire professionalità,  rigore e precisione nella preparazione di uno spettacolo… E poi, soprattutto, che nel cabaret non si improvvisa nulla, ma tutto deve sembrare improvvisato…"

Il Vicolo Miracoli, a Verona, esiste…

"All’epoca aveva una particolarità: c’era il bordello e l’esattoria…" (ride)

Negli anni Ottanta sei approdato al cinema… Ricordo perfettamente “Vado a vivere da solo” (1982)…

"L’ho scritto a sei mani con Enrico Vanzina e Marco Risi, un altro periodo straordinario…"

In realtà, avevi davvero il juke-box collegato alla tavoletta?

"No…" (ride)

Poi, l’anno dopo, hai recitato in “Sapore di mare”... Come ricordi le riprese?

"C’era un clima straordinario… Eravamo tutti dei birichini, e gli addetti ai lavori per gestirci facevano un po’ fatica…"

A 30 anni dall’uscita, qualche settimana fa era nelle sale “Sapore di te” (2014)… L’hai visto? Che ne pensi?

"No… So che non è stato un grande successo… È stato pubblicizzato come il sequel di “Sapore di mare”, ma del vecchio cast non c’era nessuno… Credo che questo fattore abbia spiazzato un po’ il pubblico…"

Che rapporto hai con il Ticino?

"Sono molto felice di tornare alle vostre latitudini… Ricordo con molto affetto gli spettacoli con i Gatti alla Rtsi negli anni Settanta e la trasposizione teatrale di “Amici miei” che io, Franco Oppini e Ninì Salerno portammo da voi una decina di anni fa… Dopo l’appuntamento di marzo aspetto altri inviti… Capito?!"

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