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SALONE DI GINEVRA"Lampo2", il folgorante successo della ticinese Protoscar si evolve

04.03.10 - 08:00
Al Salone dell’automobile di Ginevra la ticinese Protoscar presenta Lampo2, l’evoluzione della sua cabrio sportiva spinta da un motore elettrico
Protoscar SA
"Lampo2", il folgorante successo della ticinese Protoscar si evolve
Al Salone dell’automobile di Ginevra la ticinese Protoscar presenta Lampo2, l’evoluzione della sua cabrio sportiva spinta da un motore elettrico

LUGANO – La Protoscar SA, società con sede a Rovio, si è presentata a al Salone di Ginevra lo scorso anno sorprendendo tutto il mercato dell’auto con la sua Lampo. Per l’80esima edizione di uno dei più importanti saloni dell’auto del mondo, la Protoscar torna a Ginevra senza l’effetto sorpresa, ma con la consapevolezza delle proprie potenzialità.

Signor Piffaretti, come era stata accolta lo scorso anno la Lampo e quali risultati avete ottenuto nel corso dell'anno?


“La prima versione della Lampo era stata percepita come una sorpresa. Nessuno si aspettava che una piccola azienda ticinese presentasse un progetto di questo genere. Durante l’anno poi abbiamo avuto occasione di fare molti chilometri per andare a presentare l’auto a diversi produttori o fornitori di case automobilistiche, che testandola personalmente, hanno potuto verificare la qualità del nostro prodotto. Un lavoro che, oltre a fornirci numerosi dati relativi alle prestazioni, ai consumi e ai sistemi di ricarica, fondamentali per il lavoro di sviluppo, ci ha permesso di raccogliere anche i frutti del nostro lavoro”.

Concretamente quali risultati avete ottenuto?


“Abbiamo dato inizio a progetti interessanti come per esempio quello con ABB per la realizzazione di colonnine di ricarica rapida che, in pochi minuti, permettono di ricaricare 100 km di autonomia. Un sistema che esiste già in Giappone, ma che in Europa non era ancora stato sviluppato. Per noi è un progetto molto importante perché estende notevolmente le possibilità d’utilizzo dell’auto. In altri casi abbiamo dato il via a progetti con partner che sinceramente in precedenza non sapevamo neppure che esistessero”.

Quest’anno a Ginevra presentate la Lampo2, si tratta di un'evoluzione della vettura dello scorso anno?


“Sì, però a differenza della prima versione questa era molto attesa. Le aspettative sono molto alte”.

Quali sono le novità salienti?


“Abbiamo aumento la potenza del 50% arrivando a 408 CV. Una potenza esagerata che però porta ad un risultato per noi molto importante”.

Quale?


“La gente capisce che in pratica si può fare tutto quello che si fa con una Lamborghini consumando però molto meno. Abbiamo però deciso di mantenere l’autonomia a 200 chilometri. Una scelta maturata grazie anche alla collaborazione con la ABB. La possibilità di ricarica rapida ci permette di non dover aumentare il numero di batterie e di conseguenza di aumentare il costo ed il peso della vettura”.

Anche la seconda versione della Lampo è in realtà un insieme di soluzioni da proporre e vendere a case automobilistiche?


“Lo scopo principale è sempre quello, però in seguito alle molte domande che ci hanno fatto sulla messa in produzione dell’auto abbiamo deciso di dedicare del tempo a questa eventualità. Ci siamo presi del tempo per vedere, a livello di business plan, cosa significherebbe andare a produzione con un veicolo di questa categoria. Il nostro obiettivo è quello di chiacchierare con alcune aziende per vedere se una piccola serie da 500 pezzi potrebbe essere un’idea in qualche modo realizzabile”.

Lo scorso anno mi diceva che la crisi economica non aveva ancora intaccato “l’attività di ricerca e sviluppo nell’auto elettrica” all’interno delle case automobilistiche. A un anno di distanza qual è la situazione?


“Vedo due tendenze in un certo senso contrapposte. Le case automobilistiche sono sempre maggiormente convinte, e lo dimostrano, dell’elettrificazione delle auto. Basti pensare che la Porsche, che l’anno scorso diceva ‘no, noi no’, quest’anno presenta la sua prima auto elettrica. Ci sono ancora alcune supercar italiane che affermano di non volerne sapere, ma vedrà che l’anno prossimo ci saranno anche loro”.

La Ferrari presenta quest’anno la sua prima auto ibrida.


“Esatto. Attorno all’elettrificazione dell’automobile c’è un consenso assoluto legato al potenziale di questa tecnologia. Dall’altra parte però la crisi è stata così profonda che, anche se tutti ne riconoscono il futuro, le case automobilistiche sono state costrette a rallentare anche nella ricerca rivolta all’elettrico. Tutti hanno sospeso l’assunzione di nuovi ingegneri e molti non hanno sostituito, o addirittura facilitato e anticipato, l’uscita di alcuni dei propri ricercatori. È stato un anno peggiore di quello che ci si poteva aspettare nella velocità di sviluppo del settore elettrico”.

Sempre lo scorso anno aveva spiegato che la salute economica ed il futuro di Protoscar erano legate alle case automobilistiche con le quali collaborate. Alla luce delle difficoltà attraversate, come è andato  il vostro 2009?


“Francamente sono io stesso sorpreso da quanto sia andata bene. I 12 mesi trascorsi dopo la presentazione della Lampo 1 hanno cambiato la vita alla Protoscar. Lo dimostra il fatto che stiamo cercando un posto per ampliarci perché a Rovio non ci stiamo più. Per noi è stata una fortuna aver indovinato i modi e i tempi per presentare il primo prototipo che ci ha permesso di rafforzare i contatti già presenti e di allacciarne di nuovi”.

Il mondo politico ha dato segni di cambiamento o è rimasto immobile come aveva sottolineato lei lo scorso anno?


“Ero critico lo scorso anno e lo sono rimasto. Attorno a noi ci sono degli esempi che dimostrano ancor più il nostro immobilismo. In Francia non stanno attraversando un periodo economico migliore al nostro, ciononostante il governo si è mosso realizzando un programma che va dall’obbligo di equipaggiare, con sistemi di ricarica elettrica, i posteggi delle case plurifamiliari alle indicazioni rivolte agli enti pubblici di acquistare un certo numero di veicolo elettrici. A livello europeo sembra quasi di assistere ad una competizione tra gli stati. Da noi invece nulla”.

Negli Stati Uniti, la nazione maggiormente colpita dalla crisi nel settore automobilistico, il sindaco di New York ha deciso di riconvertire i taxi cittadini. Una scelta non solo ambientale.


“Certo, ma la scelta di non agire dei nostri governi cantonali e di quello federale è incomprensibile anche se non si vuole credere ai vantaggi ecologici. La Svizzera è sempre stata forte a livello di ricerca accademica e l’auto elettrica offre a molte ditte svizzere, come pure a diversi laboratori di ricerca, un possibile terreno di crescita e di porsi all’avanguardia in diversi settori di alta tecnologia. A Berna però questa cosa non l’hanno capita. Oggi in Svizzera sono di più le persone che vivono grazie al settore automobilistico rispetto a quelli che vivono grazie al settore dell’orologeria”.

 


Foto apertura: Keystone Sandro Campardo

 

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