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PeopleSalute: primo studio in rosa fotografa stipsi, incontinenza e prolasso

23.06.09 - 15:34
Salute: primo studio in rosa fotografa stipsi, incontinenza e prolasso

Roma, 23 giu. (Adnkronos/Adnkronos Salute) - Un problema intimo tira l'altro, specie dopo una gravidanza e se si fa una vita poco attiva. Stipsi, incontinenza e prolasso, infatti, sono spesso collegati fra loro. Ma la buona notizia e' che oggi molti casi possono essere risolti da mini-lifting ad hoc, interventi di chirurgia mininvasiva rapidi e poco dolorosi. Lo rivelano i risultati del primo studio italiano 'in rosa', realizzato sulle pazienti da sei strutture (a Mantova, Ferrara, Roma, Cassino e Bari) coordinate da chirurghi donne, che prende in esame contemporaneamente i disturbi di vescica, utero e retto. I dati sono stati presentati oggi a Roma, al termine del Terzo congresso mondiale di colonproctologia e malattie del pavimento pelvico.

Lo studio multicentrico Pelvi 'Donne per le donne' e' partito a marzo dello scorso anno con l'obiettivo di studiare la correlazione tra i disturbi ginecologici, colonproctologici e urologici nelle italiane. Nei primi nove mesi, in cui sono state visitate 325 donne, e' stata riscontrata in particolare una stretta relazione tra gravidanza, incontinenza urinaria, prolasso genitale, rettale e stipsi. Si tratta di disturbi legati, oltre che alla gravidanza, a cattive abitudini alimentari e scarsa attivita' fisica.

Il 36,3% delle donne visitate, infatti, ha dichiarato di consumare meno di un litro al giorno d'acqua, il 95% delle donne mangia frutta e verdura, ma solo il 28,5% di queste ne consuma piu' di mezzo kg al giorno. Il 36,3% assume abitualmente fibre o alimenti integrali, mentre la maggioranza (63,1%) ha dichiarato di non prenderli mai. Solo il 30,8% delle donne ha detto di fare abitualmente attivita' fisica. Mentre il 32,3% ricorre ai lassativi per combattere il problema della stipsi, con un costo mensile di circa 10 euro nel 64,7% dei casi, da 10 a 30 euro nel 26,6% e di oltre 30 euro nel restante 8,5%. Il 27,7% delle pazienti, inoltre, usa clisteri o supposte e il 16% ha dichiarato di utilizzare i pannolini.

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