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PeopleMedicina: ipertensione da camice bianco, rischi per 1 su 3

15.06.09 - 17:43
Medicina: ipertensione da camice bianco, rischi per 1 su 3

Roma, 15 giu. (Adnkronos Salute) - Occhio all'ipertensione da camice bianco: quella che si manifesta mentre ci si fa misurare la pressione nello studio del medico, mentre poi a casa i valori sono normali. Non è sempre un falso allarme come si crede. Questo problema - denunciato da 15 italiani su cento - non è sempre da trascurare, perché un terzo di questi pazienti soffre davvero di ipertensione. E' quanto emerge dal 19.esimo Congresso della Società europea dell'ipertensione (ESH) a Milano.

A indagare meglio sul fenomeno è una parte dello studio 'Pamela', condotta in dieci Centri su 2.000 persone in tutta la Brianza, sotto il coordinamento di Giuseppe Mancia, presidente del Congresso. Finora questa strana ipertensione 'a singhiozzo' era attribuita all'emozione che il paziente prova quando si trova davanti al medico: ne teme il responso e quindi si agita. "Purtroppo - dice Mancia - lo studio ha dimostrato che la pressione alta da camice bianco non è da sottovalutare. A distanza di dieci anni, infatti, i pazienti che si emozionano e vedono salire la pressione arteriosa davanti al medico rischiano tre volte più di un soggetto normoteso diventare ipertesi".

Secondo i dati disponibili, l'ipertensione clinica isolata (altro nome del fenomeno) si riscontra nel 15% della popolazione generale ed è responsabile "di una percentuale non trascurabile di casi - circa un terzo - di ipertensione". Inoltre, se sembra che nei pazienti che si impressionano alla vista del medico il rischio cardiovascolare sia minore rispetto ai 'veri' ipertesi, diversi studi hanno evidenziato che la condizione si associa alla presenza di danno d'organo e ad alterazioni metaboliche. Questo suggerisce che si possa trattare di una condizione non completamente innocente sotto il profilo clinico. Una volta fatta la diagnosi, ricordano gli esperti, è necessario valutare la presenza di fattori di rischio metabolici e di danno d'organo.

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