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PeopleSalute: cuore, sopra i 70 battiti al minuto e' allarme rosso

01.09.08 - 19:30
Salute: cuore, sopra i 70 battiti al minuto e' allarme rosso

Monaco, 1 set. (Adnkronos Salute) - La lotta alle malattie cardiovascolari, primo killer in Italia e nel mondo, è anche una questione di polso. Parola di scienziati. Palparlo per 'ascoltare' il ritmo del cuore è, infatti, un gesto semplice e gratuito che può salvare la vita. Se il conteggio supera i 70 battiti al minuto è 'allarme rosso' e bisogna correre ai ripari, perché il rischio di infarto può aumentare anche del 46%. A rispolverare una delle manovre più antiche nella storia della medicina è uno studio internazionale pubblicato su 'Lancet', coordinato dall'Italia e presentato al Congresso della Società europea di cardiologia (Esc) in corso a Monaco di Baviera. A guidare la ricerca il nuovo presidente dell'Esc, Roberto Ferrari, che proprio in occasione del summit tedesco riceve ufficialmente il suo mandato biennale davanti a una platea di oltre 35 mila colleghi. Lo studio si chiama 'Beautiful', è iniziato nel 2004 e ha coinvolto 10.917 pazienti con problemi coronarici, in 781 centri di 33 Paesi in 4 Continenti. I risultati inchiodano la frequenza cardiaca, inserendola nella lista dei fattori di rischio cardiovascolari già noti come pressione alta o quantità fuori soglia di colesterolo e trigliceridi nel sangue. In particolare, Ferrari e colleghi hanno osservato che nei cardiopatici con frequenza superiore ai 70 battiti al minuto aumentavano progressivamente il rischio di infarto (del 46%) e di scompenso cardiaco (del 56%), e la mortalità (+34%). Non solo. Gli autori hanno anche dimostrato che trattando gli 'over 70 battiti', per riportare la frequenza cardiaca sotto i livelli da Sos, i pericoli per il cuore diminuiscono. La terapia con un farmaco frutto della ricerca italiana e già disponibile nel nostro Paese, l'ivabradina, riduceva infatti del 36% il rischio di infarto e del 30% la probabilità di un intervento di rivascolarizzazione coronarica. E questo nonostante i pazienti arruolati nell'indagine fossero già trattati secondo le linee guida. L'ivabradina agisce sui canali If dell'atrio destro del cuore, che controllano la frequenza cardiaca e sono stati individuati 15 anni fa dall'elettrofisiologo milanese Dario Di Francesco. "Per quattro anni abbiamo valutato l'efficacia dell'ivabradina - spiega Ferrari, direttore della Clinica cardiologica dell'università di Ferrara e primo italiano alla guida dell'Esc - una molecola studiata appositamente ed esclusivamente per abbassare la frequenza cardiaca, e disponibile da alcuni mesi anche in Italia per il trattamento dell'angina". E i dati ottenuti parlano chiaro, tanto da rappresentare "una vera e propria rivoluzione nella lotta alle malattie cardiovascolari, che vede il nostro Paese all'avanguardia", precisa, come prova lo stesso studio 'Beautiful'. Insomma, se il cuore corre troppo bisogna tenerlo a freno per meglio contrastare l'emergenza malattie coronariche. Un problema che - complici stili di vita scorretti come fumo, vita sedentaria e abbandono della dieta mediterranea - interessa oggi 4 milioni di italiani e secondo l'Organizzazione mondiale della sanità resterà fino al 2030 il primo problema sanitario nel pianeta. La prevenzione è la parola d'ordine e da Monaco i cardiologi fanno coro: occorre intervenire su tutti i fattori di rischio, compresa la frequenza cardiaca. "Il medico - è l'appello di Ferrari - deve tornare ad abituarsi a un gesto semplice, ma importante: ascoltare il linguaggio del corpo. Sentire il polso a ogni persona che si presenta in ambulatorio è fondamentale - avverte l'esperto - Purtroppo oggi, in un mondo globalizzato e tecnologico, la prognosi di un paziente cardiopatico si fa con esami complessi e costosi. Ci siamo dimenticati che il corpo 'parla', si esprime attraverso la frequenza cardiaca. Un esame semplicissimo come quello del polso, privo di costi, non invasivo e che tramite il contatto fisico migliora il rapporto col paziente, fornisce dunque indicazioni estremamente importanti: più bassa è la frequenza e minore è il rischio, e viceversa", chiude Ferrari.

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