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PeopleFUMO: FIGLI 'COACH' CONTRO VIZIO GENITORI, FONDAZIONE VERONESI RECLUTA TEENAGER

19.06.08 - 18:22
FUMO: FIGLI 'COACH' CONTRO VIZIO GENITORI, FONDAZIONE VERONESI RECLUTA TEENAGER

Milano, 19 giu. (Adnkronos Salute) - Ecomamme fanatiche del biologico, che però non disdegnano la sigaretta. O padri-padroni pronti a bacchettare il figlio fumatore, salvo poi accendersi una 'bionda'. Risvegliare le coscienze sopite dei genitori tabagisti, smascherando l'incoerenza che caratterizza il menage di molte famiglie col posacenere su ogni tavolo, è l'arma scelta dalla Fondazione Umberto Veronesi per la campagna 'No smoking be happy'. Un'iniziativa che parla ai grandi con le parole dei piccoli, e che punta a reclutare i teenager trasformandoli in 'No smoking coach' per spingere gli adulti a dare il buon esempio. Target principale le donne, che insieme ai ragazzi sono le più accanite nell'esercito degli oltre 11 milioni di fumatori italiani. Cinque milioni di questi 'irriducibili' appartengono infatti al gentil sesso. E la metà dei connazionali col vizio o è donna oppure è under 25. Il programma, di durata triennale (2008-2010), partirà nei prossimi giorni con pagine dedicate sui principali quotidiani nazionali. L'iniziativa, presentata oggi a Milano e sostenuta da Pfizer Foundation e Fondazione Pfizer, vanta la collaborazione della Lilt (Lega italiana per la lotta contro i tumori) e si ispira a due trend allarmanti: nel nostro Paese le donne col 'vizio' sono in crescita costante, contrariamente agli uomini, e dal 2000 al 2005 è aumentata del 60% la percentuale di adolescenti che inizia a fumare prima dei 14 anni. 'Mio papà fuma. Lui davanti che guida, io dietro che soffoco'. E ancora: 'Mia madre fuma. E' fissata coi cibi sani, poi lei fuma a tavola'. Sono solo alcuni degli slogan coniati dalla nuova campagna, motti che si concludono tutti con lo stesso monito: "Quando fumi è come se obbligassi anche tuo figlio a farlo. Non lo esponi solo al fumo passivo, ma a un modello di comportamento pericoloso spacciato come normalità". Infine l'invito: "Fatti aiutare", chiamando il numero verde 'Sos fumo' della Lilt (800-998877) per conoscere il centro anti-fumo più vicino, o cliccando su www.nosmokingbehappy.it. In Italia si fuma più al Sud (25,2% di tabagisti contro una media nazionale del 22%) che al Nord (19,1%). Restringendo l'analisi alle sole donne, invece, il 'primato' spetta al Centro (20,9% contro una media del 17,9%) con il Lazio vera capitale del fumo 'in rosa'. Il 5,7% delle fumatrici brucia almeno 25 sigarette al giorno, e il 15,7% (contro il 17,9% dei fumatori maschi) inizia prima dei 15 anni. Le 18-20enni sono più accanite dei coetanei di sesso opposto (in questa fascia fuma il 33,7% delle donne contro il 24,6% dei maschi), e il 'gap' persiste anche dopo. Risultato: se nel 1970 le morti femminili per cancro al polmone erano 2.300, oggi sono 6.100 l'anno. E le previsioni per il futuro sono tristi: "Se le donne continueranno a fumare, eroderanno piano piano il vantaggio che hanno sugli uomini in termini di aspettativa di vita", avverte Paolo Veronesi, senologo dell'Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano, nonché presidente della Fondazione istituita 5 anni fa dal padre. Un effetto già evidente, assicura il sociologo Enrico Finzi, presidente dell'istituto di ricerche Astra: "Nel 1901 l'attesa di vita femminile superava di 7 mesi quella maschile - ricorda - Durante il '900 il vantaggio è salito a 7 anni, ma ora è sceso a 6". Davanti a questi numeri la parola d'ordine è prevenzione mirata. "La lotta al fumo in chiave femminile è tra i cardini di intervento della Fondazione, tanto che due anni fa abbiamo creato il Movimento donne contro il fumo", continua Veronesi. Convinto che "fin dalle scuole elementari sia necessario educare i bambini ai danni del fumo, sottraendoli ai modelli negativi con i quali si confrontano dentro e fuori casa". Ecco perché la campagna 'No smoking be happy' prevede anche "laboratori didattici rivolti alle scuole - aggiunge - già partiti in 40 classi di elementari e medie a Palermo, Roma e Milano". Oltre a "eventi per i medici, al via in autunno". Ma gli attori protagonisti dell'iniziativa restano i teenager, che impugnando la Carta dei diritti dei non fumatori, e opsucoli vari sui danni da fumo, faranno 'lobby' per il loro bene e per quello di mamma e papà. "Giovani e donne rimangono le categorie più esposte ai pericoli della sigaretta - conclude Gianni Ravasi, presidente Lilt Milano - Perciò siamo particolarmente orgogliosi di affiancare la Fondazione in questo progetto" ad hoc.

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