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PeoplePediatria: 300 morti in culla l'anno in Italia, il ciuccio puo' evitarle

14.02.08 - 18:30
Pediatria: 300 morti in culla l'anno in Italia, il ciuccio puo' evitarle

Milano, 14 feb. (Adnkronos Salute) - La sera mettono a letto il loro bambino e la mattina lo trovano senza vita. E' un dramma apparentemente inspiegabile che colpisce come un fulmine a ciel sereno quasi una famiglia italiana al giorno. Sono infatti circa 300 ogni anno i neonati del Belpaese vittime della morte in culla o Sids, responsabile del 40% dei decessi post-natali. Contro questo killer silenzioso, che colpisce tipicamente durante il sonno ed entro il primo anno di vita del bimbo, con un picco massimo tra il secondo e il quarto mese, Mam Association lancia una campagna ad hoc. Un sito Internet (www.antisids.com), incontri multidisciplinari e opuscoli informativi che verranno distribuiti nelle neonatologie e negli ambulatori pediatrici di tutto lo Stivale. Protagoniste 5 regole d'oro, fra cui una: il ciuccio, amico di ogni bebè, può rivelarsi un'efficace arma salvavita.

L'iniziativa - che ha per madrina vip la neomamma Alena Seredova, compagna del portiere della Nazionale Gigi Buffon - è stata presentata oggi a Milano da un gruppo di esperti italiani e stranieri e da Ada Macchiarini, architetto che nel 1993 ha perso un figlio per colpa della Sids e che alla lotta contro la morte in culla ha dedicato la sua vita diventando presidente dell'Associazione Semi per la Sids Onlus. "Quindici anni fa la morte di un bimbo era ancora un tabù - ha ricordato - e la disinformazione su questa sindrome sembrava la norma persino tra i pediatri". Eppure una corretta informazione e la diffusione di semplici norme comportamentali tra i genitori può abbattere di oltre il 50% il numero di morti in culla. E lo dimostrano i dati degli Usa, dove fino agli anni '90 i decessi per Sids erano 1,3-1,5 ogni mille nati viti, e oggi sono più che dimezzati a 0,5 per mille. Nei Paesi industrializzati l'incidenza della Sids oscilla tra lo 0,7 e l'1 per mille, con 2.500-3.700 morti l'anno solo in Europa, e il 90% delle baby-vittime non ha ancora compiuto i sei mesi di vita.

"Oggi - ha spiegato Raffaele Piumelli, responsabile del Centro regionale di riferimento per lo studio e la prevenzione della Sids con sede all'ospedale Meyer di Firenze - sappiamo che all'origine di questa sindrome ci sono particolari caratteristiche biologiche e genetiche, insieme a fattori di rischio epidemiologici". E se alcuni non sono evitabili, come ad esempio il sesso (il 60% circa dei morti in culla sono maschietti), su altri si può intervenire. "Da qui le 'Raccomandazioni per la riduzione del rischio di Sids' elaborate dal Gruppo tecnico interregionale sulla Sids coordinato dalla Toscana", ha ricordato lo specialista.

Consigli sulla base dei quali è nata la guida di Mam Association. Prima regola: coricare il bimbo sulla schiena, su un materasso rigido e senza cuscino tradizionale, evitando lenzuola gommose o plastificate. Secondo comandamento: tenere fresco il bebè (la temperatura ideale è 18-20 gradi centigrardi). Terzo: astenersi dal fumo in gravidanza e in presenza del bimbo. Quarto: non far dormire il neonato nel lettone, dove il rischio di surriscaldamento è maggiore e dove il bebè corre più pericoli se i genitori hanno aspirato nicotina o bevuto alcolici.

Quinto: nel primo anno di vita offrire sempre il ciuccio al bimbo che viene messo a nanna. "Siamo stati i primi, già 30 anni fa, a proporre l'azione protettiva del succhietto", ha evidenziato Francesco Cozzi, a capo della Scuola di specializzazione in Chirurgia pediatrica dell'università La Sapienza di Roma. Le virtù 'scudo' del ciuccio sono state poi confermate da studi internazionali, nonché da una metanalisi secondo cui il succhiotto consente di evitare un caso di Sids ogni 2.733 bimbi. Il ciuccio 'doc' deve essere adatto all'età del bimbo, con mascherina rigida e tettarella morbida non preformata, e deve portare in confezione il marchio di sicurezza europea EN 1400. Invito sempreverde, infine: via libera al latte di mamma.

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