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INTERVISTAComo: in cucina solo maschi, messa alla porta perché donna. Ecco la storia di Viviana Frizzi

13.02.08 - 07:50
È successo a Viviana Frizzi, una giovane chef, che dopo uno stage in uno dei più grandi alberghi di Como è stata allontanata con la spiegazione: "In cucina solo ragazzi, mi spiace, non può continuare a lavorare per noi"
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Como: in cucina solo maschi, messa alla porta perché donna. Ecco la storia di Viviana Frizzi
È successo a Viviana Frizzi, una giovane chef, che dopo uno stage in uno dei più grandi alberghi di Como è stata allontanata con la spiegazione: "In cucina solo ragazzi, mi spiace, non può continuare a lavorare per noi"

COMO - La discriminazione questa volta passa tra i fornelli di una cucina, luogo per eccellenza della donna. La storia che vi proponiamo ci viene raccontato da Viviana Frizzi, una giovane chef, alla quale la cucina è stata negata.
Dopo sei settimane di stage in uno dei più grandi alberghi di Como, la giovane chef si è sentita ringraziare, ma anche allontanare: la squadra in cucina non prevede chef di sesso femminile.  
 
“In cucina solo ragazzi, mi spiace, non può continuare a lavorare per noi” E così dopo poche settimane di stage in un prestigioso hotel sul Lago di Como Viviana Frizzi è stata messa alla porta. Il fatto risale al 2001, ma è venuto alla luce solo lunedì sera quando durante la conferenza stampa di presentazione dell’11esima edizione di Ristorexpo, manifestazione che sarà inaugurata domenica 17 e proseguirà fino a mercoledì 20. E proprio durante la conferenza stampa Viviana ha fatto il suo coming-out e  ha raccontato davanti a una platea sbigottita la sua vicenda di discriminazione.

"Ho lavorato per sei settimane – ci ha spiegato Viviana Frizzi al telefono– tutto bene fino a quando dalla direzione sono venuta a sapere che, purtroppo, non sarei potuta rimanere visto che gli chef dovevano essere rigorosamente uomini".

Hai cercato di avere spiegazioni ad una motivazione così strana?
"Certo, ma mi hanno ribadito che in una cucina di soli ragazzi  venivano accettati solo cuochi di sesso maschile. Probabilmente, da quanto ho capito,  ritenevano che una presenza femminile potesse disturbare il clima in cucina".

E come ti sei sentita?
"Molto abbattuta. Era come se mi avesso tagliato le gambe. Avevo studiato intensamente per diventare cuoca e venivo a scoprire che era un professione solo per gli uomini".

Oggi finalmente lavori come cuoca.
"L'attuale ristorante in cui lavoro è stato l'unico a darmi questa possibilità. Ho bussato a diverse porte, ma tutti mi dicevano che avrei potuto fare al massimo la cameriera. Qualcuno mi ha anche assunta, ma dopo i primi giorni in cucina, mi dicevano che avevano bisgno di cameriere e mi mandavano a servire ai tavoli".

Immaginavi che una discriminazione di questo tipo potesse avvenire proprio in cucina?
"Sapevo che esistono professioni dove le ragazze vengono discriminate, ma non immaginavo affatto che la cucina potesse essere uno di questi. Non sono l'unica ad aver subito questa discriminazione, ma ho saputo di colleghe che hanno subito lo stesso trattamento".

Perchè hai deciso di raccontare questa storia solo lunedì sera a distanza di  sette anni?
"Lunedì mi hanno invitata alla conferenza stampa di Ristorexpo in quanto lo scorso anno sono stata premiata come "Cuoco dell'anno in Lombardia". Mi hanno chiesto di raccontare la mia esperineza e io ho raccontato quello che mi è successo".

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