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STATI UNITIIl rap è arte, «non un'arma per ottenere condanne in tribunale»

20.01.22 - 09:30
Proposto un disegno di legge perché i testi musicali non vengano utilizzati come prove penali. La scena rap alza la voce
Keystone
Il rap è arte, «non un'arma per ottenere condanne in tribunale»
Proposto un disegno di legge perché i testi musicali non vengano utilizzati come prove penali. La scena rap alza la voce

LOS ANGELES - I testi rap non sono prove penali, ma arte. Così il mondo della musica si sta schierando per attuare un cambiamento nella legge di New York, in quanto al momento non promuoverebbe la libertà di espressione, ma la limiterebbe fortemente. Tra i nomi di calibro che stanno facendo sentire la loro voce, c'è anche Jay-Z.

Il progetto di legge si chiama "Rap music on trial" ed è stato proposto per la prima volta lo scorso mese di novembre dai senatori Brad Holyman e Jamaal Bailey. Ciò a cui mirano è rendere il tutto una legge statale che metterebbe un limite all'ammissibilità come prova davanti a una giuria la musica di un imputato o di altre sue espressioni creative. Come scrive Rolling Stone, i pubblici ministeri dovrebbero essere in grado di fornire prove convincenti perché i testi musicali siano ammessi come prove, ovvero ciò che viene cantato in un brano deve essere compatibile e letterale rispetto al caso che si sta discutendo in tribunale, anziché figurativo o simbolico.

Diverse voci del rap si sono alzate in sostegno. Jay-Z, Killer Mike e molti altri hanno firmato una lettera che punta e convincere legislatori statali e la governatrice dello stato di New York Kathy Hochul a rendere il progetto legge. In particolare l'avvocato di Jay-Z, Alex Spiro, che ha contribuito alla scrittura della lettera, ha spiegato che se la legge dovesse passare, «si potrebbe mandare un messaggio ed è probabile che diventi sempre più diffusa in altri stati». Il rapper Fat Joe ha affermato che «i testi rap sono una forma creativa di espressione e d'intrattenimento, proprio come qualsiasi altro genere. Vogliamo che le nostre parole siano riconosciute come arte piuttosto che essere usate come armi per ottenere condanne in tribunale».

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