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STATI UNITITutti i Golden Globes di un'edizione sottotono, per più di un motivo

10.01.22 - 10:02
C'entra il Covid ma anche le polemiche sulle giurie. A trionfare soprattutto “Il potere del cane” e “West side story”
Netflix/WB/HBO
Tutti i Golden Globes di un'edizione sottotono, per più di un motivo
C'entra il Covid ma anche le polemiche sulle giurie. A trionfare soprattutto “Il potere del cane” e “West side story”

Un'edizione scarna e contrita, a causa della pandemia, ma che ben rispecchia lo scarso stato di grazia di quello che fino a poco tempo fa era a tutti gli effetti considerato l'antipasto agli Oscar. Così l'edizione 2022 dei Golden Globes paga lo scotto del virus ma anche di tutta una serie di polemiche legate alle nomine assai poco trasparenti dei comitati e delle giurie internazionali.

Niente diretta televisiva, niente red carpet e niente divi. La cerimonia si è tenuta al Beverly Hilton di Los Angeles, con pochi invitati e con i premi comunicati via social network. 

Due i grandi vincitori: da una parte “Il potere del cane” il western atipico di Netflix con Benedict Cumberbatch che si è portato a casa due fra i ”globi” più ambiti (ovvero quello per il miglior film drammatico e miglior regista, per Jane Campion).

L'altro è il musical “West Side Story” di Steven Spielberg, un po' bistrattato dal botteghino, ma che ha fatto man bassa nella sezione commedia/musical (miglior film, miglior attrice in una commedia - Rachel Zegler - e miglior attrice non protagonista per Adriana DeBose).

Premio di peso per Will Smith che, nei panni del papà delle tennistiche sorelle Williams, conquista una statuetta come migliore attore drammatico per la sua performance in “King Richard”. A Nicole Kidman, invece, va invece il premio come miglior attrice in un film drammatico per “A proposito dei Ricardo”.

Fra i film d'animazione l'epopea famigliare magica dal sapore colombiano “Encanto” svetta sulla concorrenza (praticamente tutta in derby) di “Luca“ (Pixar) e di “Raya e l'ultimo drago” (ancora Disney).

Bocca asciutta, invece, per “Era la mano di Dio“ di Sorrentino battuto nella categoria miglior film straniero dall'acclamato “Drive my Car” di Ryusuke Hamaguchi, tratto dall'omonimo racconto di Haruki Murakami.

Per quanto riguarda le serie, invece, ci sono diverse cose interessanti da citare tra le quali la continuazione dello strapotere di “Succession” di HBO (per quanto riguarda i premi il vero successore, perdonateci il gioco di parole, de “Il Trono di Spade”) che si porta a casa il premio per la miglior serie drammatica, miglior attore (Jeremy Strong) e miglior attrice non protagonista (Sarah Snook). 

Sicuramente da segnalare il premio (miglior attrice in una serie drammatica) per l'attrice transgender MJ Rodriguez (per l'ultima stagione di “Pose” sulla scena trans di colore della Grande Mela) così come quella portata a casa da Kate Winslet (miglior attrice in una miniserie drammatica per “Omicidio a Easttown”).

Veramente curiosa, invece, quella consegnata a “Squid Game” e Oh Yeong-su, ovvero l'attore che interpreta l'anziano concorrente numero 001.

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