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“Olga” e la dura vita parallela di un'atleta rifugiata in Svizzera

CANTONE“Olga” e la dura vita parallela di un'atleta rifugiata in Svizzera

24.11.21 - 18:30
La pellicola di Elie Grappe, già nelle sale del cantone, racconta una storia toccante e assolutamente realistica
Cineworx
“Olga” e la dura vita parallela di un'atleta rifugiata in Svizzera
La pellicola di Elie Grappe, già nelle sale del cantone, racconta una storia toccante e assolutamente realistica

LUGANO - Giovanissima atleta della nazionale di ginnastica artistica ucraina, Olga non ha quasi nulla al di fuori di parallele e trave. Fatta eccezione per sua madre, giornalista in prima linea in un momento parecchio delicato per il suo Paese.

Dopo un attentato in cui entrambe rischiano la vita, la giovane viene mandata in Svizzera (perché per metà lo è, e ha anche il passaporto) per uno stage con la nazionale rossocrociata. Nel frattempo, in Ucraina, esplodono le proteste dell'Euromaidan con una mobilitazione di massa e altrettanto forti rappresaglie governative.

Con la testa, e il cuore, da tutt'altra parte a Olga le montagne innevate e la struttura per lo sport d'élite di Macolin sembreranno tutto un altro pianeta. Anche le interazioni con le nuove compagne di squadra, a malapena tollerate e con cui comunica con un francese claudicante, non saranno affatto facili.

Sono queste le interessanti premesse di “Olga”, pellicola di Elie Grappe decisamente ambiziosa e che mette in scena vere atlete di caratura internazionale (e ci sono anche le due ticinesi Thea Brogli e Caterina Barloggio). 

Il risultato, fra spettacolari gesti tecnici e prove sincere e realistiche, è davvero tutto da guardare. Plus da citare è senz'altro l'uso della camera e le scelte di regia che - come le piroette delle protagoniste - sanno stupire anche se non sempre... atterrano in piedi.

Uscito nelle sale ticinesi giovedì scorso (e candidato rossocrociato agli Oscar), può essere visto nelle sale di Acquarossa, Ascona, Bellinzona, Lugano e Mendrisio.

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