Cerca e trova immobili
"The Meeting": anche i gangster piangono a causa della pandemia

CANTONE"The Meeting": anche i gangster piangono a causa della pandemia

02.09.21 - 06:30
Primo lungometraggio per la Goodfellas Motion Pictures, ed è al 100% ticinese
GOODFELLAS MOTION PICTURES
La locandina di "The Meeting", il primo lungometraggio della Goodfellas Motion Pictures.
La locandina di "The Meeting", il primo lungometraggio della Goodfellas Motion Pictures.
"The Meeting": anche i gangster piangono a causa della pandemia
Primo lungometraggio per la Goodfellas Motion Pictures, ed è al 100% ticinese

LUGANO - Nelle scorse ore la Goodfellas Motion Pictures ha pubblicato il trailer di "The Meeting", il primo lungometraggio della casa di produzione ora trasferitasi in Italia. Si tratta però di un'opera al 100% ticinese, come ci assicura il regista Jack Martin. 

Di cosa si parla in un film di mafia a tema Covid?
«Un film di mafia a tema Covid (e non solo) sviluppa con ironia le problematiche che quattro gangster devono affrontare durante il periodo della pandemia. I problemi con il loro "lavoro", problemi di relazioni, e come tutti, i problemi legati alle disposizioni sanitarie imposte (tamponi, mascherine ecc). Giochiamo con un genere che amiamo molto per poter parlare, con toni leggeri, di un periodo che ci ha colpiti tutti quanti».

Chi sono i protagonisti?
«Il cast è molto vasto ma i quattro protagonisti sono volti noti di Lugano: Alex Moscatelli, carismatico proprietario del ristorante Orologio e del bar Bistrot in centro; Raffaello Martini, proprietario di un salone da parrucchiere ora situato vicino a via Nassa; Emilie Monamy, che fino a qualche tempo fa aveva una boutique in via Nassa; Maurizio Niceta, che tanti hanno conosciuto nell'ambiente delle discoteche e non solo. Un cast di non professionisti, ma incredibili nelle rispettive interpretazioni». 

Come mai siete andati a pescare tra i volti noti della ristorazione e del commercio luganesi?
«La scelta di prendere gli attori tra la gente del luogo è stata dettata da due fattori. Il primo è il carisma dei quattro protagonisti: già nelle vite di tutti i giorni sono dei veri "personaggi", che conosco da tempo. Cercavo dei volti interessanti e unici che potessero funzionare al meglio in un film del genere. Un mix rischioso, ma che ha portato a dei risultati davvero inaspettati. Il secondo è che c'è una certa similitudine tra realtà e finzione: tutti loro sono stati colpiti nelle loro rispettive attività a causa del lockdown e delle restrizioni. La mia proposta è stata anche questo: fare un film divertente su questo periodo assurdo e difficile».

La trama (senza spoilerare) è al 100% fiction o ci sono degli elementi presi dalla realtà?
«La trama è molto semplice: quattro boss mafiosi, in seguito al lockdown e ai problemi nati a causa di esso, vengono invitati a un meeting segreto per trovare una soluzione alla crisi. Si vedranno le loro vite, i loro affari, i rapporti tra di loro prima e dopo il lockdown. Come è cambiata la loro vita e il loro business? Tutte cose da scoprire all'interno del film».

È il vostro ultimo lavoro ticinese prima del trasferimento in Italia: come stanno andando le cose attualmente?
«Il nostro primo lungometraggio sarà l'ultimo film realizzato interamente in Ticino. Da gennaio lavoriamo da Milano e tutti i progetti futuri saranno italiani al 100%. Abbiamo prodotto un cortometraggio ("Over the Skyline") di un regista molto bravo di Rimini, che sta ottenendo ottimi risultati. Ha vinto già otto premi internazionali come miglior film di fantascienza, più numerose selezioni a festival di tutto il mondo.  Abbiamo in cantiere un nuovo lungo le cui riprese inizieranno a fine settembre più altri progetti molto interessanti che vedranno la luce durante l'anno. Di certo non ci siamo fermati, il lavoro non manca». 

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE