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ITALIAJunior Cally ha lasciato il rehab: «Da quasi 45 giorni non tocco un goccio, ma non è facile»

24.08.21 - 15:30
Il rapper ha parlato dei suoi problemi e dove questi hanno avuto origine
IMAGO / Italy Photo Press
Junior Cally ha lasciato la clinica toscana dove si era ricoverato a luglio.
Junior Cally ha lasciato la clinica toscana dove si era ricoverato a luglio.
Junior Cally ha lasciato il rehab: «Da quasi 45 giorni non tocco un goccio, ma non è facile»
Il rapper ha parlato dei suoi problemi e dove questi hanno avuto origine

ROMA - Negli scorsi giorni Junior Cally ha lasciato la clinica toscana dove ha trascorso più di un mese per curare un disturbo ossessivo compulsivo (Doc) e la dipendenza da alcol e sesso compulsivo.

«Ho chiesto io di essere ricoverato. Volevo smettere di bere, staccare ogni contatto. Ma ogni giorno scoprivo che non ero pronto affatto. Da quasi 45 giorni non tocco un goccio, ma non è facile» ha dichiarato il rapper al Corriere della Sera. Il mese in rehab è passato tra «psicanalisi, meditazione e yoga» ed è stata l'occasione di piccole, ma importanti conquiste: «Mi sono reso conto di cosa perdevo quando già prima di pranzo iniziavo col vino e, la sera, dopo altre tre bottiglie di rosso, passavo a grappa, amari, fino a svenire. In rehab, ho scoperto il sapore del caffè la mattina senza postumi della sbornia. Poi, ovvio, ho avuto momenti bui. Ancora ci sono. Quelli in cui mi dico: voglio bere. E quelli in cui mi vengono in mente cose di quand’ero piccolo, del perché sto così. Credo che bevo per anestetizzarmi, per insicurezza. L’alcol mi fa sentire forte, mi fa evadere dal Doc di cui soffro da quando ho 18 anni».

Quando era adolescente l'oggi 29enne ebbe dei problemi di salute, che portarono all'età di 18 anni alla diagnosi di una malattia auto-immune. Ma furono anni di tormenti e sofferenze: «Mi è rimasta la paura di morire, il Doc è nato così: ho iniziato a pensare che, se accendevo e spegnevo la luce quattro volte o giravo la maglietta due o evitavo i numeri dispari, non sarei morto. Bere aiutava: se sei ubriaco, non riesci neanche ad aprire la porta, figuriamoci a contare le volte che spegni la luce».

Con il lockdown nella prima fase della pandemia il problema con l'alcol è aumentato. «La mattina, non mi ricordavo che avevo fatto il giorno prima, tremavo, il Doc era amplificato, le insicurezze prendevano il sopravvento. Dopo, con le riaperture, stavo sempre in giro per discoteche, conoscevo una ragazza, ci andavo a letto, e il giorno dopo mi sentivo sporco, sbagliato». Junior Cally spiega che per quasi un anno è passato da una donna all'altra. «A primavera, con lo psicologo, mi sono detto: perché devo cercare conferme col sesso? Non mi serve questo scudo da rockstar».

 
 
 
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