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CANTONELuciano Ligabue: «Sono 30 anni che mi dicono che il rock sta morendo, eppure...»

21.12.20 - 06:30
È ancora lì, primo in classifica con “7” e un cofanetto che celebra una carriera: «A farlo mi sono davvero divertito»
Foto Ray Tarantino
Luciano Ligabue: «Sono 30 anni che mi dicono che il rock sta morendo, eppure...»
È ancora lì, primo in classifica con “7” e un cofanetto che celebra una carriera: «A farlo mi sono davvero divertito»

LUGANO - Nell'era del rap e della trap, trovare un disco rock in prima posizione in classifica, e in Italia, fa un certo effetto.

È “7”, il nuovo album di Luciano Ligabue, pubblicato per celebrare i suoi 30 anni di onorata carriera anche all'interno di un maxi-cofanetto da 77 canzoni. Ne abbiamo parlato proprio con lui.

Insomma, per quanto si continui a dirlo, il rock di morire proprio non vuole saperne...

Sono 30 anni che dicono che il rock sta morendo, eppure è sempre qua (ride). Guardando ai palinsesti delle radio è evidente però che si tratta di un genere che sta un po' soffrendo e che fatica ogni anno un pochino di più. È anche vero che è quello che mi piace fare e con cui sento di potermi esprimere meglio.

Questo “7” nasce da un insieme di canzoni tirate fuori dai cassetti, com'è nata l'idea?

Si tratta di sette spunti, anche minimi, che mi sono ritrovato per le mani dopo un po' di ricerca. In alcuni casi erano proprio atomi. Per esempio, del pezzo “Mi ci pulisco il cuore“ avevo solamente il titolo che mi piaceva, e così me lo sono annotato. La canzone ho finito per scriverla da zero! Per altri brani c'era qualcosa in più, registrazioni, demo o anche solo giri d'accordi. 

Il lavoro su tutti questi pezzi è stato importante, e in diversi casi radicale, si può dire che sono canzoni nuove a tutti gli effetti. L'idea di celebrare questo trentennale di carriera con dei brani che comunque hanno un piedino nel passato ci piaceva molto.

Nel cofanetto oltre a "7" c'è anche "77" che è una maxi-raccolta di tutti i tuoi singoli, si tratta di un insieme ragionato. Com'è stato trovarsi a fare la playlist di sé stessi?

È stato un processo che è nato e si è mosso con molta naturalezza. Un mio amico ha fatto il calcolo: 77 singoli in 30 anni sono circa uno ogni 5 mesi, tantissimi, pure troppi (ride). Devo anche dire che ad assemblare questo cofanetto mi sono proprio divertito, ho voluto seguire le sensazioni e il cuore.

Ho voluto provare ad assemblare dei dischi nuovi, coerenti nelle intenzioni. Anche la scelta del primo e dell'ultimo brano della raccolta è pensata: si parte con quello è un po' il mio manifesto "Questa e la mia vita" e si conclude là dove tutto è cominciato con "Sogni di rock and roll".

In "Volente o nolente" sei tornato a collaborare con Elisa, siete due mondi artisticamente molto distanti, com'è successo?

Più di 10 anni fa scrissi "Gli ostacoli del cuore", una volta finita però mi fu subito chiaro che quella canzone doveva cantarlo qualcun altro e mi venne in mente Elisa. Non l'avevo mai fatto prima, non avevo mai dato a un altro artista una mia canzone, e quando l'ho chiamata un po' di paura ce l'avevo.

Per questo quando è venuta a Correggio per registrarla avevo anche questa "Volente o nolente", nel caso l'altra non le piacesse. Alla fine le abbiamo terminate entrambe.

Mentre mi ero messo al lavoro per "7" sono saltati fuori i nastri di quella canzone, alla fine abbiamo usato proprio la parte vocale di Elisa registrata quel giorno. Abbiamo subito trovato che fosse particolarmente adatta a questo presente, parla di due persone lontane che si scambiano desideri. È una canzone molto ottimista, in un periodo difficile.

Incrociando le dita, nel 2021 si spera di tornare a suonare dal vivo. Oltre al mitico Campo Volo verrai anche in Ticino, al Moon & Stars di Locarno. Com'è per te suonare alle nostre latitudini?

Devo essere sincero non ci ho mai trovato una grande differenza rispetto al suonare in Italia (ride). Ma bisogna anche dire che se è così è perché il pubblico mi ha fatto sentire a casa. Trovare una folla calorosa come quella ticinese è sempre una gioia.

Ultimissima domanda, come passera il Natale Luciano Ligabue?

Lo passerò in casa, sarà più intimo che mai e tenteremo di farlo passare velocemente perché in questi casi è facile farsi prendere dalla malinconia. Ho la fortuna di avere una famiglia e quindi lo passerò con loro.

Mi proietto già verso Capodanno però con qualcosa di speciale, sperando di chiudere finalmente questo maledetto 2020.

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