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FRANCIA / SVIZZERAÈ morto Frank Horvat

21.10.20 - 18:26
Il grande fotografo ha un forte legame con Lugano
KEYSTONE
È morto il fotografo Frank Horvat, ha un profondo legame con Lugano.
È morto il fotografo Frank Horvat, ha un profondo legame con Lugano.
Fonte Ats
È morto Frank Horvat
Il grande fotografo ha un forte legame con Lugano

PARIGI - Il fotografo Frank Horvat è morto all'età di 92 anni, ha reso noto oggi la Galleria Lelong di Parigi. Grande viaggiatore, osservatore della moda e della strada, Horvat si trasferì con i genitori all'età di 11 anni a Lugano per sfuggire al fascismo.

Di origini italiane, Frank Horvat è nato nel 1928 ad Abbazia (oggi Opatija, in Croazia) da genitori ebrei e mitteleuropei, entrambi medici, e viveva a Boulogne-Billancourt, vicino a Parigi.

Nel 1950 conosce Henri Cartier-Bresson, che lo incoraggia a intraprendere un viaggio di due anni in Asia come fotoreporter freelance. Negli anni Sessanta, si fa conoscere a livello internazionale per le sue foto di moda, che rinnovano questo genere con uno stile più realistico e meno ingessato.

La maturità a Lugano - Frank Horvat ha passato l'adolescenza a Lugano, in fuga dal fascismo assieme alla famiglia. Qui acquista la sua prima macchina fotografica e ottiene la maturità. Nel 2010 riceve un premio dalla città sul Ceresio e regala alla città 96 sue fotografie.

Dopo la maturità prosegue gli studi a Milano. La professione lo porta a viaggiare molto, in particolare in Pakistan, India, Inghilterra, Stati Uniti e Francia, dove si stabilisce alla fine degli anni Cinquanta.

Diviso tra immediatezza dell'attimo e nostalgia, è anche autore di tre saggi fotografici a colori per mostre e libri.

"Orizzonte visivo" - Nel 2000 il Museo Maillol di Parigi gli dedica una doppia mostra con scatti "vintage" (stampe d'epoca) di "Paris 1950", ma anche "1999, un diario fotografico", una cronaca delle cose viste in 360 giorni, che ha definito "una sorta di pittura composita del (suo) orizzonte visivo".

«Non ho fotografato la guerra, la miseria, la sofferenza o la follia: non per indifferenza verso queste disgrazie, ma perché non sento né la giustificazione morale né il coraggio fisico per affrontare tali situazioni come fotografo», spiegò all'epoca. Per quanto riguarda le celebrità, «non fanno parte del mio mondo», aggiunse.

Fino all'inizio del mese di ottobre era stato oggetto di una mostra nella galleria Lelong, che presentava una serie di ritratti sensuali e colorati di donne nella tradizione della pittura classica. Aveva scelto di ricostruire quadri famosi facendo posare modelle contemporanee.

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