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ITALIAEcco perché Arisa ha ceduto alle lusinghe del ritocchino

13.10.20 - 13:00
Lo ha raccontato in intervista al Corriere della Sera: «Speravo che mi sarei vista più bella e meno vuota»
Keyston
Ecco perché Arisa ha ceduto alle lusinghe del ritocchino
Lo ha raccontato in intervista al Corriere della Sera: «Speravo che mi sarei vista più bella e meno vuota»

MILANO - Aveva già parlato in passato di quella volta che aveva ceduto al richiamo della siringa del filler, Arisa, ma ha voluto tornare sull'argomento - e soprattutto sulle motivazioni alla base della sua scelta - in una recente intervista rilasciata al Corriere della Sera. 

Il fil rouge è uno: l'insicurezza legata al suo aspetto fisico, che l'ha accompagnata sin da bambina: «Alle medie non ero certo tra le ragazzine più carine. I compagni mi prendevano in giro per il naso o perché non avevo tanti vestiti. Per gli altri erano battute ma io le prendevo sul serio, mi pesavano».

Carburante per gli sfottò anche le sue origini umili: «Abitavo in campagna, mio padre ha sempre avuto gli animali e capitava che portasse a pascolare le pecore vicino alla strada dove passava l’autobus della scuola. Hanno iniziato a chiamarmi pecora, a dirmi che puzzavo...».

Un sentimento di inadeguatezza che si è poi manifestato, malgrado il successo, anche da adulta: «Ero alla ricerca di un modello di perfezione che mi stava mettendo in difficoltà. La società tende a farci sentire in difetto ponendo l’accento sull’estetica. Passavo il tempo a guardarmi allo specchio. Vedermi più bella pensavo fosse il modo per riempire dei vuoti, così ci sono cascata: ho iniziato a fare delle punturine, mi sono lasciata prendere».

Capito lo sbaglio, l'accettazione: «Solo ora sono riuscita a fare uno switch e superare quel senso di inadeguatezza che non mi faceva essere mai felice. Mi sento me stessa quando mangio quello che mi piace, anche se ho dei chili in più: non vengo dalla Norvegia, ma da una famiglia di donne che mangiano, cucinano. Ho capito che il nostro corpo dovrebbe essere l’espressione di chi siamo: non ha senso fingere. Ti piace mangiare? E mangia! Prima pensavo che avendo labbra più turgide sarai stata amata di più. Ma in quel tentativo non mi riconoscevo ed ero la prima ad amarmi meno».

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