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ITALIASamuele Bersani, l'involuzione del linguaggio e il «machismo pericoloso»

11.10.20 - 20:00
Il cantautore è tornato con un nuovo album e dice la sua su come la pandemia sta cambiando la società
KEYSTONE
Samuele Bersani è tornato con un nuovo album.
Samuele Bersani è tornato con un nuovo album.
Samuele Bersani, l'involuzione del linguaggio e il «machismo pericoloso»
Il cantautore è tornato con un nuovo album e dice la sua su come la pandemia sta cambiando la società

BOLOGNA - Sette anni dopo il precedente lavoro, Samuele Bersani è tornato con "Cinema Samuele", dieci canzoni che parlano d'amore, ricordi, fantasie e dell'esistenza del loro creatore.

«Il lockdown mi ha dato la spinta finale che mi ha consentito di ultimare tutto» ha spiegato il cantautore a IlFattoQuotidiano.it. Com'è cambiata l'Italia a causa della pandemia? «Sta vivendo un momento di sospensione, difficile non comprendere appieno la rabbia che c’è intorno». Più che i ragazzini, che «hanno sempre fatto tutto e il contrario di tutto», a preoccupare Bersani sono gli adulti. «Si comportano da bambini capricciosi perché, in fondo, hanno paura d'invecchiare. Li vedi per strada o al mare e parlano solo dei tatuaggi che hanno addosso, con un po’ di presunzione mi sembra di percepire in loro la sindrome di Peter Pan. Non parliamo poi della competitività tra adulti e bambini, quando giocano videogiochi. Il padre vuole vincere anche contro il proprio figlio. Per fortuna esistono anche delle mosche bianche, che mi fanno capire che la situazione è meno peggiore di come sembra».

Il cambiamento in negativo tocca anche il mondo della musica, secondo il 50enne. «È sorprendente come in alcuni testi la donna sia raffigurata solo come una p...a. Si usano spesso il termine ‘bitch’ e a forza di ripeterlo perde di significato. C’è un machismo pericoloso nell’aria». Altra conseguenza dell'involuzione della popolazione è che ci «si esprime peggio rispetto a 30 anni fa, c’è una regressione linguistica totale».

Bersani ha detto di aver passato i mesi del lockdown da solo, in compagnia del suo gatto. «Mi sono anche fatto male, ho avuto un edema femorale e la situazione era difficilissima perché non si poteva uscire e molti ospedali si erano trasformati in centro Covid. Il lockdown mi ha ingrigito e non ne potevo più. Tutti i miei colleghi cantavano dai balconi mentre io non ne avevo uno! (ride, ndr)».

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