Un suo nuovo saggio ha scatenato un putiferio: «Stanno tentando di erodere la “donna” come classe politica e biologica»
LONDRA - Continua la polemica fra l'autrice di “Harry Potter”, J. K. Rowling e la comunità lgbtq britannica (e non solo).
La 54enne, accusata più volte di posizioni transfobiche, ha voluto pubblicare un mini-saggio sul suo pensiero riguardo alla questione del genere che ha avuto come effetto... un vespaio ancora più indiavolato.
«Rifiuto di inchinarmi a un movimento che, io credo, vuole danneggiare in maniera dimostrabile tentando di erodere la “donna” come classe politica e biologica, offrendo riparo ai predatori sessuali come nessun'altra prima d'ora», attacca la Rowling che è preoccupata «per la sicurezza di chi è nata donna».
Cardine della questione, secondo lei, la faccenda delle toilette e degli spogliatoi: «Quando permetti a qualsiasi uomo che crede - o è convinto - di sentirsi donna di entrare in questi spazi, allora permetti a qualsiasi uomo di entrarci». A sostegno del suo punto di vista, la scrittrice si è definita per la prima volta «vittima di violenza domestica e abusi».
Una posizione, la sua, che ha fatto imbestialire le associazioni dei diritti LGBTQ: «Dipinge una caricatura delle ragazze e donne trans come potenziali pericoli, è una posizione piena di pregiudizi che alla base della discriminazione e - a volte -della violenza ai danni della comunità trans», spiega a People Sarah McBright di Human Rights Campaign.
Il saggio in questione arriva dopo le molte critiche, arrivate anche dall'ex-Harry Daniel Radcliffe, per una serie di suoi controversi tweet.