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BELLINZONALo Spazio Culturale Temporaneo non riapre, Ivano Torre va... nel bosco

08.06.20 - 06:00
Chiude il centro di Piazza Indipendenza che per 20 anni è stato un punto di riferimento a Bellinzona.
NOELLA F.
Nuova location per il centro culturale di Ivano Torre.
Nuova location per il centro culturale di Ivano Torre.
Lo Spazio Culturale Temporaneo non riapre, Ivano Torre va... nel bosco
Chiude il centro di Piazza Indipendenza che per 20 anni è stato un punto di riferimento a Bellinzona.
Una nuova realtà, sempre guidata dal musicista, è in procinto di nascere ma da tutt'altra parte.

BELLINZONA - Non è un addio, ma solo un arrivederci quello che lo Spazio Culturale Temporaneo e Ivano Torre hanno dato al mondo delle arti e della conoscenza ticinese.

«È stata una botta pazzesca. Quando è arrivato il Covid-19 ho dovuto chiudere la scuola e gli studenti non sono più tornati» ci ha spiegato il musicista 64enne. «Le mie entrate si sono azzerate. Tutto ciò che era in programma nello Spazio culturale è stato annullato e quindi ho dovuto trovare delle contromisure». La prima è una drastica riduzione delle spese, che comporta una decisione sofferta ma necessaria: l'abbandono dello spazio di Piazza Indipendenza, nel pienissimo centro di Bellinzona, che nell'arco di 20 anni ha ospitato una moltitudine e una varietà di progetti, dalla musica alla meditazione. «In questi anni ho organizzato oltre 350 eventi e ho portato in Ticino artisti da tutto il mondo».

Un luogo d'incontro che è stato tutt'altro che... temporaneo. «L'ho preso nell'ottobre del 1999 e il padrone di casa mi aveva detto: "Te lo posso lasciare per massimo sei mesi". Così ho deciso di chiamarlo Spazio Culturale Temporaneo». Il bilancio di questo ventennio è più che positivo: «Sono felicissimo di quello che si è fatto, del movimento culturale. Lo Spazio è stato per dieci anni sede di Amit, l'Associazione musica improvvisata Ticino. Era più un salotto che un centro culturale».

Torre, oggi, è chiamato a confrontarsi con una realtà estremamente mutata rispetto agli scorsi mesi. «I costi sono un problema» aggiunge. «Lo scorso dicembre sono andato in pensione - e la pensione di un artista è quella che è. Sono anche diventato nonno, poi è arrivato il coronavirus... è stata una svolta pazzesca nella mia esistenza». Che non ha però sopito la sua voglia di mettersi in gioco e di confermarsi nel ruolo di operatore culturale. «Sono lì lì per prendere qualcos'altro, in mezzo al bosco, nel Sottoceneri» spiega, senza entrare ulteriormente nei dettagli per quanto riguarda la location. «Seguirà annuncio quando tutto sarà definitivo».

Il nuovo centro sarà «un altro salotto, pronto ad accogliere un pubblico di una ventina di persone, con le distanze richieste. Ci saranno incontri e musica dal vivo». È pronto un nuovo nome: non più Spazio Culturale temporaneo ma L'Assopra. «È il mio asso nella manica» spiega ridendo. «Ho cinquantamila idee che mi frullano nella testa. Ora che sono in pensione ho più tempo per dedicarmi ad alcuni progetti».

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