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Flavio Sala e compagnia ritornano con “Se la va la g'ha i röd”: «Avevamo ancora qualcosa da dire»

BELLINZONAFlavio Sala e compagnia ritornano con “Se la va la g'ha i röd”: «Avevamo ancora qualcosa da dire»

03.03.20 - 06:00
Abbiamo incontrato la compagnia per parlare del nuovo spettacolo e... sottoporgli una mini-challenge dialettale!
Compagnia Flavio Sala
Flavio Sala e compagnia ritornano con “Se la va la g'ha i röd”: «Avevamo ancora qualcosa da dire»
Abbiamo incontrato la compagnia per parlare del nuovo spettacolo e... sottoporgli una mini-challenge dialettale!
Lo spettacolo verrà presentato al Teatro Sociale da mercoledì 4 marzo con repliche fino a domenica.

BELLINZONA - È tempo di ritornare nell'officina più esilarante del Cantone, quella del Garage Pistoni animata dagli attori della Compagnia Flavio Sala che salgono sul palco con il loro terzo lavoro originale.

Seguito di “Un altro bel garbüi”, “Se la va la g'ha i röd” esordirà al Teatro Sociale questo mercoledì 4 marzo con repliche fino a domenica pomeriggio per poi andare in tournée in tutto il Cantone.

«Dopo il successo dello spettacolo precedente ci siamo trovati con dei personaggi con ancora qualcosa da dire», racconta Flavio Sala che nella pièce veste i panni del garagista Nando, «la situazione però, rispetto al “Garbüi”, è completamente stravolta».

La Compagnia

Assieme a Flavio Sala, sul palco ci saranno anche Rosy Nervi, Leonia Rezzonico, Mileti Udabotti, John Rottoli, Moreno Bertazzi, Giuseppe Franscella, Orio Valsangiacomo, Gian Paolo Caligari e Enea Fonti. Assente (giustificata) la leggendaria Sandra Zanchi: «È impegnata su di un altro fronte», commenta Sala, «però ci ha detto: “specim parché l'an ché vegn a ga sum!”».

E per questo motivo il secondo giro si è mostrato decisamente più tosto del primo: «Dal punto di vista attoriale e anche fisico è la cosa più impegnativa che abbiamo mai fatto», continua l'attore e regista, «e anche come struttura, ci siamo evoluti: volevamo fosse una commedia corale in cui ogni tassello è importante».

Pure il rimo è aumentato: «Volevamo fosse più vicino al cinema e allo sketch», spiega l'autore Gionas Calderari, «il risultato è qualcosa di decisamente più rapido e accattivamente».

E lontano dal palco non è che il lavoro sia meno: «Da un lato sembra facile, la gente ti dice “che bel che l'è stai, quando ne fate un altro?” in realtà è una cosa immane che ti prende completamente», spiega Sala, «l'idea alla base di questa compagnia era quella di continuare quella tradizione tutta nostrana, unendo i veterani con le giovani leve. Il sogno, un giorno, è avere più spettacoli sotto questo cappello e poi... Se la va la g'ha i röd...».

Coronavirus: la programmazione non cambia

Le rappresentazioni di questa settimana di “Se la va la g'ha i rod” - così come gli altri in scena al Sociale - hanno il beneplacito del Medico cantonale, lo conferma lo stesso Teatro che propone lo spettacolo nell'ambito della rassegna Com.x.

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