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BELLINZONAFlavio Sala, il Carnevale e l'odio per i peluscioni

18.02.20 - 06:00
Il comico è il protagonista di "Gabarè", lo spettacolo in anteprima di Rabadan che va in scena domani sera
RABADAN
Flavio Sala mercoledì sera sarà il protagonista di "Gabarè".
Flavio Sala mercoledì sera sarà il protagonista di "Gabarè".
Flavio Sala, il Carnevale e l'odio per i peluscioni
Il comico è il protagonista di "Gabarè", lo spettacolo in anteprima di Rabadan che va in scena domani sera

BELLINZONA - Il programma di Rabadan 2020 scatta quest'anno con un'anteprima tutta da ridere.

Flavio Sala presenta "Gabarè", spettacolo comico-musicale in due tempi che lo vede protagonista insieme ad altri artisti. Ecco come lui stesso ci ha spiegato di che si tratta.

Partiamo dal nome...
«Lo abbiamo chiamato "Gabarè" giocando sul fatto che in dialetto lombardo, o del Mendrisiotto, è il nome del vassoio. Su questo "Gabarè" ho messo i vestiti del Bussenghi perché, al contrario del precedente show, non ruota tutto intorno a lui. Quest'anno abbiamo proposto altri 3-4 personaggi tra i quali la parodia di Werner Kropik, che si chiama Günter Grotti, Julio Iglesias e alcune imitazioni. Nella seconda parte abbiamo Bussenghi insieme al gruppo musicale dei Trei gatt du Treisc, coadiuvati da Claudio Dotta. Diamo vita a un omaggio a Nanni Svampa con la scusa che Bussenghi è lombardo: proponiamo quattro canzoni tra le più comiche del suo repertorio».

L'aveve già proposto in due serate benefiche: com'è andata?
«L'abbiamo fatto per la prima volta a Sobrio per coprire una serata vacante e ci siamo inventati questa cosa, con dei musicisti "local" ma assolutamente validissimi. Insieme a me c'è Moreno Bertazzi, che già in "Frontaliers Disaster" faceva la parte dell'altro doganiere. Poi Giuseppe Franscella, che oltre a suonare nei Trei gatt du Treisc è anche attore. Lui e Moreno fanno parte della mia compagnia teatrale».

Qual è il tuo rapporto con Carnevale?
«Sono altalenante: ci sono degli anni in cui mi diverto come un pazzo e altri in cui non sono in vena. Ma da quanto c'è stato il boom dei Frontaliers ho iniziato a lavorare di più e, facendo delle serate per Carnevale, ho conosciuto più gente sono diventato un po' meno introverso».

Hai un costume preferito o sei uno di quelli che ne fa a meno?
«Il travestimento ci vuole, se no non è la stessa cosa. Ne ho tre o quattro: uno da Dracula che usavo spesso, un altro da Jack Sparrow... Quello più "blando" è da cowboy, che metti quando non hai voglia d'impegnarti più di quel tanto».

Ce n'è uno che non metteresti mai?
«I peluscioni: quelli li aborro. Ho ancora una dignità (ride, ndr)».

In un vecchio sketch dei Frontaliers facevi vestire il Bussenghi da Wonder Woman...
«E anche lì la dignità è proprio andata... (ride ancora, ndr)».

Oggi, invece, come lo faresti vestire?
«Mi è piaciuto molto quando si è vestito da Cupido, con le alette e il parruccone biondo. Anche per quel discorso pacifista che uso ancora ne finale di "Gabarè". Quello da Wonder Woman in realtà andrebbe meglio per un Carnevale estivo, perché si rischia una sincope. Quello non è vestirsi da donna, è svestirsi. All'epoca, quando girammo quello sketch, i Frontaliers non erano ancora usciti. La gente passava in dogana e non capiva perché questo qui vestito da Wonder Woman veniva maltrattato. Qualcuno scrisse in radio: "Hanno arrestato un travestito a Bizzarone!"». 

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