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LOCARNOAntonio Ornano in scena a Locarno: «Un comico più libertà di espressione ha, meglio è»

21.01.20 - 06:01
Il volto noto di Zelig sarà al Teatro di Locarno questo sabato 24 gennaio con il suo spettacolo inedito “Non c’è mai pace tra gli ulivi”
Antonio Ornano
Antonio Ornano in scena a Locarno: «Un comico più libertà di espressione ha, meglio è»
Il volto noto di Zelig sarà al Teatro di Locarno questo sabato 24 gennaio con il suo spettacolo inedito “Non c’è mai pace tra gli ulivi”

LOCARNO - Classe 1972, ligure e papà d'assalto (guardate il suo profilo Instagram). Antonio Ornano è stato uno dei volti-chiave del successo di Zelig fra gag proverbiali e personaggi indimenticabili (l'etologo, Mimmo Cacace, il Prof. Tommaselli e tanti altri).

Oltre alla tv, per il comico, anche una lunga e proficua carriera teatrale a suon di spettacoli originali. Come questo "Non c'è mai pace tra gli ulivi" che, dopo essere stato in giro per i teatri italiani, arriva al Teatro di Locarno questo sabato 25 gennaio.

Cosa deve aspettarsi il pubblico della Svizzera italiana da “Non c’è mai pace tra gli ulivi”?
“Non c’è mai pace tra gli ulivi” è un monologo da “stand-up comedy” senza orpelli né scenografia. Il filo conduttore è la ricerca di una coerenza e di una sincerità di fondo, impresa sempre difficile rispetto alle ipocrisie dettate anche da un conformismo abbastanza innato in noi. I personaggi entrano ed escono dal racconto, ma non ho un momento in cui ad esempio faccio l’etologo.

Perché “tra gli ulivi”? È un riferimento evangelico? Temi di essere tradito come Cristo?
(Ride) Non sarebbe stato male come riferimento! No, “Non c’è mai pace tra gli ulivi” è una frase che ripeteva sempre mia nonna quando ero piccolo mentre era impegnata nelle faccende di casa. E mi viene talvolta alle labbra nel rapporto con mia moglie o nelle situazioni difficili. 

Negli ultimi anni è diventato più difficile, come comico, toccare temi come razzismo, sessismo o omofobia?
Tutto dipende da come si affrontano. Riderne è forse diventato effettivamente un po’ più complesso perché si tende a censurare o ad autocensurarsi. C’è un pezzo nel mio spettacolo dove parlo per esempio del bullismo ma anche delle discriminazioni e ci rido sopra a modo mio. Mi piace squarciare l’ipocrisia, mi piace essere cattivo, ma non riesco per esempio a scherzare su chi si trova in una situazione peggiore della mia. 

Che cosa intendi?
Come comico mi piace scherzare su chi è in una posizione di parità rispetto a me o è più favorito. Non riesco a scherzare su qualcuno che sia più sfortunato o abbia meno diritti. È molto personale, però, ogni comico fa ciò che si sente. In generale, più libertà c'è nella risata e nella scelta di argomenti e bersagli, meglio è.  

Sulle battute sulle donne non ti sei mai tirato indietro… 
Effettivamente ho costruito tutta la mia carriera infamando mia moglie sul palco! Io comunque faccio tante battute sulle donne ma da una posizione un po’ particolare. Alla fine, infatti, il maschio risulta sempre perdente. 

Perché l’uomo risulta sempre perdente?
Nonostante una sorta di “malvagità” molto comica che attribuisco alle donne, si ride molto per l’incompetenza e la contraddittorietà dell’uomo. A me fa ridere andare a scovare le debolezze e le fragilità umane, sono gli aspetti che mi piace di più sottolineare. Comunque, in un modo o nell’altro, siamo tutti clamorosamente imperfetti. Si tratta soltanto di avere il coraggio di accettarsi per come si è.    

E alla tua signora piacciono le gag che costruisci su di lei?
Lei in alcuni casi si diverte, in altri fa finta di niente, ma generalmente sì, anche se magari lo esterna poco.  

L'appuntamento con "Non c'è pace tra gli ulivi" è per sabato 24 gennaio al Teatro di Locarno, inizio ore 20,45.

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