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LUGANO«Ho fatto ballare i politici». Da Lugano alla conquista dell’Europa

24.10.19 - 06:00
Mahmood ieri sera allo Studio Foce ha dato il via al suo tour europeo. «Non mi interessa l'intrusione nella mia vita privata». Le droghe? «Solo qualche canna»
«Ho fatto ballare i politici». Da Lugano alla conquista dell’Europa
Mahmood ieri sera allo Studio Foce ha dato il via al suo tour europeo. «Non mi interessa l'intrusione nella mia vita privata». Le droghe? «Solo qualche canna»

LUGANO - È partita da Lugano l’avventura europea di Mahmood. Forte del successo di "Barrio", il cantante vincitore dell’ultimo festival di Sanremo si è esibito ieri sera allo Studio Foce. Stasera sarà a Zurigo. Poi sarà la volta di Francia e Germania. Lo abbiamo incontrato poche ore prima di salire sul palco. 

Da uno a 10 quanta paura c'è per il tuo primo tour europeo?
In realtà non tanta. Semmai c’è il desiderio di dare il massimo. È il mio primo tour europeo e mai mi sarei immaginato di poterlo fare con il primo album. Spero di riuscire a far capire agli altri quanto io ci tenga a fare questo lavoro e quanto c’è di me nelle mie canzoni.

Pensi che il pubblico europeo sarà diverso da quello italiano?
Finora ho suonato solo a Montreux e a Tel Aviv. Il pubblico è sempre diverso. All’estero sono molto attenti alla musica. Lì sono figlio di una scelta, nel senso che scelgono di andare a vedere un cantante italiano, e questo non è così usuale.

La vittoria a Sanremo, poi l'Eurovision, e oggi la tua prima tournée europea. Ti aspettavi tutto questo successo solo un anno fa?
Ovviamente no. Nonostante abbia 27 anni credo di avere la testa giusta per conservare il mio equilibrio. Mi sono trovato anche in situazioni difficili  che credo di aver saputo gestire bene. 

Quanto ti pesa l'invasione della stampa  nella tua vita privata?
Per niente. Che continuino a scrivere quello che vogliono. Posso solo dire che al momento non sto con nessuno, ma anche se fosse non mi interessa di quello che potrebbero scrivere. In fondo credo che chi ascolta la mia musica è poco interessato ai miei fatti privati.

Cosa ti ferisce maggiormente?
Il mio giudizio. Quando sbaglio e non vorrei sbagliare. 

Sei molto presente sui social. Tanti apprezzamenti ma anche critiche. Le leggi?
Leggo quasi tutto. Sulle critiche costruttive rifletto. Sulle altre passo oltre. Ultimamente non sto trovando molti haters però, giusto qualcosa sotto i videoclip.

Barrio si è rivelata un altro successo. Quanta ansia c’è stata nel creare il secondo successo dopo Soldi.
In effetti l’ansia c’era. Ha funzionato il lavoro di gruppo e l’affinità con Dardust e Charlie Charles.

Soldi...soldi è diventato ormai un classico. Tu cosa hai fatto con i primi soldi guadagnati?
Sto ancora cercando casa. Non l’ho ancora trovata, spero di potere usare i soldi per comprarne una.

In città o in periferia come canti in Barrio?
Solo in periferia, è lì che mi sento a casa.

Ieri ti sei esibito al Parlamento Europeo, a Strasburgo. Come è andata?
È stata una bella esperienza. I parlamentari sono persone normali, mica alieni. Si sono alzati tutti a ballare, ed è stata una bella risposta.

Se avessi la possibilità quale problema ti piacerebbe risolvere?
Sicuramente l’impatto climatico. È un tema a cui dare molta importanza. Viviamo in un pianeta che si prende cura di noi e sarebbe giusto che noi ci prendiamo cura di lui.

In Calipso hai collaborato con artisti completamente estranei al tuo mondo, come Sfera Ebbasta e Fabri Fibra. Cosa ti ha lasciato questo incursione nel panorama hip hop?
I primi artisti con cui ho collaborato erano dei rapper, quindi con Fabri Fibra mi sono trovato bene. Sfera è un artista che ammiro molto. Rifarei subito un’altra canzone con lui. 

Fibra e Sfera hanno più volte ammesso il loro rapporto con le droghe,  in particolare con la marijuana, qual è il tuo rapporto con queste sostanze?
Mi sono limitato solo a qualche canna. Nulla di più

Come mai in Italia quando intervistano artisti con origini straniere la domanda sulle origini non manca mai?
Perché le vecchie generazioni sono abituate a creare differenze. L’avevo già notato a Sanremo. Io sono cresciuto in una generazione mista. Nella mia classe c’erano africani, rumeni, cinesi.

Tra le città che toccherai con il tour quale conosci?
Londra. Ci vado da quando avevo 19 anni. L’amo molto. 

So che ci porterai tua madre.
Non c’è mai stata. È il mio regalo. È lei che mi ha permesso di arrivare dove sono arrivato appoggiandomi in tutto. Pagando i corsi di canto, e dandomi una mano economicamente e moralmente. 

Dopo la tourneè cosa vorresti fare?
Chiudermi in studio e lavorare al prossimo disco.

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