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ITALIA/CANTONEUltimo: «Vi spiego perché è colpa delle favole»

17.05.19 - 06:01
Ultimo racconta di sé, delle favole e della sua musica. Ma non di Sanremo 2019
Ultimo: «Vi spiego perché è colpa delle favole»
Ultimo racconta di sé, delle favole e della sua musica. Ma non di Sanremo 2019

ROMA/LOCARNO - In attesa di vederlo esibirsi per la prima volta in territorio elvetico - il prossimo 15 giugno in Piazza Grande a Locarno, nell’ambito della seconda edizione del Connection Festival, che il giorno prima, tra l’altro, ospiterà Salmo -, abbiamo raggiunto telefonicamente il giovane cantautore romano Niccolò Moriconi, in arte Ultimo.

Con tre album pubblicati in soli due anni - “Pianeti” (Honiro, 2017), “Peter Pan” (Honiro, 2018), “Colpa delle favole” (Honiro, 2019) -, Niccolò ha fatto breccia nel cuore dei giovani, ma anche dei meno giovani, attraverso un cantautorato limpido, sincero, genuino.

Tant’è vero che, oltre ai numeri da paura realizzati in rete - con incalcolabili milioni di visualizzazioni collezionati dai suoi video - e dai suoi tre lavori - che si traducono in un disco d’oro e due dischi di platino -, i sold out ai suoi concerti sono oramai normale amministrazione, anche per quell’ultima tappa del tour, in programma il 4 luglio, che lo porterà ad esibirsi nella sua Roma, nientemeno che allo Stadio Olimpico. Un tipo di location, alla luce dei fatti, “frequentata” da rockstar navigate. E Ultimo sarà l’artista italiano più giovane (23 anni) ad esibirsi su un simile palcoscenico.

Niccolò, per quale motivo è… “Colpa delle favole”?

«È una storia un po’ lunga, iniziata da “Pianeti” e proseguita in “Peter Pan”. Nel primo, osservando la mia vita, ho scritto delle cose che non avevo, mentre nel secondo figura la consacrazione di una parte di esse. E la colpa di tutto questo è delle favole...».

Raccontami del lavoro su questo tuo terzo album...

«Ho iniziato a focalizzarmi sul disco subito dopo la prima esperienza a Sanremo, l’anno scorso. Alcune canzoni hanno incominciato a prendere forma durante gli in-store, durante i live. Esperienze, queste, che mi hanno portato a vivere un anno pienissimo. E quando io vivo tanto, di conseguenza, scrivo tanto...».

Ti sei focalizzato su questo disco con un approccio diverso rispetto alle tue produzioni precedenti?

«No, in modo identico…».

Quale la modalità?

«Scrivo, vado in studio, registro pianoforte e voce, e poi, a poco a poco, aggiungo tutti gli altri strumenti».

Che vuoi dirmi di “Fateme cantà”, il tuo primo brano in romanesco, nonché secondo singolo estratto da “Colpa delle favole”?

«È sicuramente il brano più sincero che abbia mai scritto».

In che senso?

«È nel mio dialetto, per cui non mi sforzo per cantarlo… Come dire… Mi viene naturale...».

Chi sono gli artisti che possono avere influenzato la composizione? 

«Direi Antonello Venditti, un cantautore che seguo e ascolto regolarmente. Anche se alla fine, riallacciandomi al discorso di prima, il romanesco è il mio dialetto e la canzone è nata così, in maniera molto naturale...».

Chi sono i tuoi punti di riferimento in assoluto?

«Non c’è qualcuno in particolare, ho ascoltato tutto il cantautorato italiano…».

Non vuoi citare proprio nessuno?

«No, perché sarebbero troppi...».

Immagino tu abbia ascoltato anche musicisti americani e britannici, un po’ come tutti...

«Li ho ascoltati, ma meno rispetto ai cantautori italiani…».

Le quattro chiacchiere con Ultimo finiscono qui. La linea è caduta nel momento in cui il 23enne avrebbe dovuto rispondere a una semplice domanda su Sanremo 2019, dove, ricordiamo, malgrado fosse il superfavorito, si è dovuto accontentare del secondo posto. E le polemiche, da parte di Ultimo, immediatamente dopo la kermesse, non sono mancate...

 

 

 

 

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