Cerca e trova immobili

BELLINZONADall'animazione agli effetti speciali, lui è il "tuttofare" giapponese

11.04.19 - 06:01
Intervista al sensei Takuya Wada, che al Japan Matsuri terrà una conferenza e una dimostrazione di disegno, che distribuirà ai partecipanti con tanto di autografo
Dall'animazione agli effetti speciali, lui è il "tuttofare" giapponese
Intervista al sensei Takuya Wada, che al Japan Matsuri terrà una conferenza e una dimostrazione di disegno, che distribuirà ai partecipanti con tanto di autografo

BELLINZONA - “Lupin III”, “Occhi di Gatto”, “Ken il Guerriero”, “Rocky Joe”. Ma anche “Violence Jack” e “The Ring”. Tutti accomunati da un nome: Takuya Wada, character designer, direttore dell’animazione, produttore e direttore degli effetti speciali. E ultimamente, anche designer dei costumi di scena di celebri lottatori di wrestling.

Il maestro Wada sarà presente all’ottava edizione del Japan Matsuri, il festival giapponese che verrà ospitato dall’Espocentro di Bellinzona questo weekend. Sabato pomeriggio terrà una conferenza e una dimostrazione di disegno, domenica distribuirà dei suoi disegni realizzati in esclusiva per l’evento, autografandoli. Tio.ch/20 minuti lo ha intervistato in esclusiva.

Quando è nata la sua passione per l’animazione? E com’è diventata una professione?
«I miei genitori mi portavano spesso al cinema e da bambino dicevo che volevo diventare un regista o produttore. Mi scrivevo i nomi delle ditte che trovavo nei titoli di coda e le contattavo per visitare il loro studio di registrazione. Da Tokyo Movie (attuale TMS Entertainment) ho imparato i processi di produzione dell’animazione. Ho deciso di diventare animatore professionista e il mio primo lavoro è stato “Lupin III”».

Lei ha iniziato a lavorare a 16 anni. Come ha fatto a guadagnarsi fiducia sin da subito?
«Mi sono sempre impegnato. La sera tutti andavano a casa e io guardavo le bozze dei disegni dei colleghi più esperti sulle loro scrivanie. A volte restavo a lavorare tutta la notte».

Qual è il segreto per conciliare culture diverse nell’animazione?
«L’animazione giapponese è amata nel mondo perché si rivolge sia ai bambini sia agli adulti. Creare una nuova e originale visione del mondo che integri le culture e dare originalità ai personaggi è molto importante per produrre intrattenimento».

Com’è cambiata l’animazione nel tempo?
«Quando ho iniziato io si lavorava in analogico. Adesso non usiamo più la pellicola, è quasi tutto digitalizzato. È comodo e ci vuole meno tempo, ma l’originalità della persona è degradata. Oggi sembra tutto uguale».

È vero che per “The Ring” è stata sua madre che si asciugava i capelli “a testa in giù” a ispirarla?
«L’idea è venuta al regista del film del 1998 Hideo Nakata. Da lì è riemersa la figura di mia madre dalla mia infanzia».

Quando ha scoperto la passione per make-up ed effetti speciali?
«Quando ho scoperto le protesi FX mi sono entusiasmato, perché mi sembrava una magia. Volevo imparare, così sono partito per Hollywood. Grazie all’aiuto di Dick Smith abbiamo fondato il dipartimento di special make-up alla Yoyogi Animation Academy di Tokyo. Il mio slogan era “Se non riusciamo ad andare a Hollywood, portiamo qui Hollywood! Fondiamo la scuola che vogliamo!”».

Come ha fatto a seguire il suo “american dream”?
«In realtà non ho realizzato il mio sogno americano. Avrei voluto attraversare il red carpet e vincere l’Oscar. Ma mi è bastato fare tesoro di tutte le cose che ho imparato lì e delle persone che ho incontrato».

Cosa risponde a chi accusa “Ken il guerriero” di essere troppo violento?
«È senza dubbio violento. In Giappone l’associazione genitori-insegnanti l’ha scelto come esempio di animazione da vietare ai ragazzi. Anche “Lupin III” era tra i peggiori. Ma ha sempre avuto un gran successo. Il suo fascino non è solo nell’aspetto violento, ma nel lato umano dell’eroe che ama la sua donna e combatte per lei».

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE