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CANTONE«Il nostro funk in equilibrio sulla linea di confine»

15.03.19 - 06:01
Pubblicato mercoledì “Borderline”, il - fantastico - primo album dei Re:Funk, giovane formazione ticinese guidata dal vocalist Maqs Rossi e dal batterista Dario Milan
«Il nostro funk in equilibrio sulla linea di confine»
Pubblicato mercoledì “Borderline”, il - fantastico - primo album dei Re:Funk, giovane formazione ticinese guidata dal vocalist Maqs Rossi e dal batterista Dario Milan

LUGANO - Una produzione, “Borderline”, pubblicata in digitale e cd tramite Re:Funk Records, suddivisa in dieci tracce: composizioni in grado di coprire l’intero percorso della black music dell’ultimo mezzo secolo, da cui trasudano - più che nitide - le capacità compositive di Rossi & Milan, tanto quanto la puntuale abilità dei musicisti con cui hanno condiviso lo studio di registrazione: tra gli altri, Mattia “Mad” Mantello (chitarra), Francesca Morandi (basso), Alessandro Ponti (Hammond), Luca Fraula (Rhodes), oltre a una straordinaria sezione fiati.

Un disco, da cui fuoriesce tanto sudore, talento, impegno e, non da ultimo, venerazione e gratitudine verso i grandi maestri del funk, del soul, dell’r&b.

Ciliegina sulla torta, nella traccia “Hot’n Sweat”, il sassofonista americano Pee Wee Ellis, vera e propria leggenda della black music - per anni alla corte di James Brown - con cui i Re:Funk hanno già condiviso il palco più volte (anche nell’ambito di JazzAscona 2018). Ma non è tutto: a duettare con Rossi in “Let Her Lead” troviamo la giovane soulwoman basilese Ira May.

Maqs, raccontami la genesi dell'album...

«Tutto ha preso forma gradualmente. Quando è nata la band sapevamo che prima o poi saremmo arrivati a questo punto. Dopo i tanti concerti - costruiti, prevalentemente, da un repertorio di “classici” del funk e del soul - e il successo della campagna di crowdfunding del 2017, abbiamo capito che era giunto il momento di dedicarci a un lavoro che fosse nostro al 100%, ed eccoci qua».

Perché “Borderline”?

«Era l’unico titolo capace di rappresentare al meglio il lavoro. Tutte le canzoni raccontano di situazioni che, in una maniera o nell’altra, si possono definire “borderline”. In più, la band è composta completamente da persone che sono cresciute e che vivono sul confine, chi da una parte e chi dall’altra. Siamo nati sul confine, e il disco, a sua volta, è una rappresentazione di tutte le variazioni di soul e funk che amiamo: con noi che suoniamo e balliamo sulla linea che le divide, e allo stesso tempo le unisce».

Ho l'impressione che la vostra fame di soul e funk si muova lungo gli ultimi 50-60 anni... Mi sbaglio?

«Assolutamente no. Come formazione abbiamo iniziato omaggiando i grandi, portando in giro anche un nostro tributo al padrino del soul (James Brown, ndr). Con questo disco è stato fatto il passo successivo, prendendo tutto ciò che amiamo per trasformarlo in qualcosa di nostro. Il disco è un'espressione di questo amore e di questa nostra passione».

Mi sembra per cui quasi inutile focalizzarci su uno o due artisti, quali punti di riferimento per la vostra musica... Giusto?

«Sì, diciamo che sarebbe un po’ riduttivo. Ovviamente, a guidarci abbiamo i nostri punti cardinali, ma stiamo tentando seguire un nostro percorso. Il disco è stato concepito in maniera classica e allo stesso tempo moderna. In ogni situazione - parlo di scrittura, arrangiamenti e registrazioni - abbiamo cercato di trovare una formula in grado di farci esprimere al meglio. Visto il risultato, posso dire con fierezza che ci siamo riusciti!».

Cosa è per te il funk?

«È difficile dirlo… Mettiamola così: se la musica fosse una cucina fornita di tutto punto, il funk, per me, sarebbe l’angolo delle spezie»..

Raccontami le sessioni di registrazione…

«Finiti gli arrangiamenti, lo scorso mese di settembre abbiamo registrato tra le mura del Recording Studio Canaa di Losone: prima è stata incisa la sezione ritmica al completo, poi i fiati e, infine, è stato il turno delle voci. Complessivamente, abbiamo passato in sala di incisione un paio di settimane che, considerati i 17 musicisti che hanno preso parte al progetto, sono anche poche. Siamo riusciti a farlo grazie al grande lavoro di arrangiamento fatto da Dario (Milan, ndr) e Alessandro Ponti, così come all'immensa professionalità in sede di registrazione di Mauro Fiero»..

Dove e quando la presentazione dell'album in dimensione live?

«Il primo appuntamento ufficiale in zona è in programma il 10 aprile negli studi Rsi di Lugano-Besso: presenteremo il disco a Rete Tre con uno showcase esclusivo»..

 

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